Giornata Europa, Castelli :”Uniti da profondo legame con l’Appennino Centrale”

“Quello che unisce l’Appennino centrale all’Europa è un legame antico e profondo, fondato sulla pace e la solidarietà, che trae origine dalle nostre comuni radici cristiane. A Norcia, infatti, nasceva San Benedetto, il Santo patrono d’Europa. Quando, nel 2016, la Basilica a lui dedicata crollò davanti agli occhi del mondo a causa del sisma, l’Unione dimostrò immediatamente grande attenzione e il suo volto solidale. A distanza di anni, mentre la ricostruzione ha finalmente cambiato passo e avanza, nel cratere sisma stiamo adottando un modello di rinascita e sviluppo delle nostre comunità che aderisce pienamente ai principi europei di sostenibilità, digitalizzazione, sicurezza e di valorizzazione delle risorse e tradizioni del territorio. Una strategia sostenuta anche attraverso le risorse del Piano Complementare al Pnrr per i sismi 2009 e 2016, finalizzate a quella riparazione economica e sociale che è fondamentale per dare vita al nuovo futuro dell’Appennino centrale. Inoltre, legame delle nostre terre con Bruxelles oggi risulta ulteriormente rafforzato grazie all’impegno del Commissario europeo per la Politica Regionale e di Coesione, Raffaele Fitto, il quale ha già fatto sapere di voler adottare politiche che dedichino maggiore attenzione nei confronti delle aree marginali dell’Unione. Sono certo che il suo lavoro e il costante sostegno del Governo Meloni contribuiranno a rendere ancora più stretto il rapporto che ci unisce all’Europa”.

Lo afferma il Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli, in occasione della Giornata dell’Europa. E aggiunge: “L’Europa a cui guardiamo è quella di De Gasperi, Adenauer e Schuman, tre grandi politici, tutti di ispirazione cristiana, tutti attenti ai temi della solidarietà. L’Europa a cui guardiamo è quella che ha il maggior tasso di welfare di tutto il mondo: il 40% delle spese in welfare sono nel Vecchio Continente. Un richiamo al welfare e alla solidarietà sociale è oggi ancora più caldo dopo l’elezione del nuovo papa, che con il nome di Leone XIV, inevitabilmente rimanda alla memoria del pontefice dell’enciclica Rerum Novarum, Leone XIII, la prima grande riflessione e proposta di dottrina sociale della chiesa, a favore dei lavoratori, così come dei più deboli”.