Nel Fermano ci sono due importanti chiese i cui lavori di riparazione post sisma sono in corso. Si tratta della chiesa di San Gregorio Magno a Montelparo e della chiesa di San Francesco, situata a Monsampietro Morico.
«L’opera di rilancio del patrimonio di edilizia religiosa prosegue con capillarità – spiega il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli -. L’obiettivo resta quello di restituire alle comunità punti di riferimento imprescindibili non solo a livello spirituale e identitaria, ma anche a livello storico e architettonico. Nei giorni scorsi ho avuto modo di confrontarmi anche con l’Arcivescovo Monsignor Rocco Pennacchio sui 63 interventi che riguardano l’Arcidiocesi di Fermo. L’accelerazione che abbiamo impresso agli interventi sui luoghi di culto, così come in generale, è frutto della costante collaborazione con la Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli e con l’Ufficio Speciale Ricostruzione».
La chiesa di San Gregorio costituisce da sempre il cuore religioso di Montelparo, grazie anche alla sua posizione elevata all’interno del centro storico. Legata in maniera profonda ad un celebre cittadino montelparese, il cardinal Gregorio Petrocchini, aprì al culto nel 1615.
Oggi, dopo la chiusura dovuta ai gravi danni causati dalle scosse sismiche del 2016/2017, si trova dunque in fase di riparazione. L’USR, infatti, ha liquidato il primo acconto del contributo totale, che è di 365.082 euro.
L’intervento in corso sta riguardando il rinforzo ed il restauro della cantoria, in particolare di balaustra, sottopavimento, bussola e della zona frontale. Previsto anche il rinforzo dell’abside, mentre il ribaltamento semplice della facciata principale verrà eliminato con l’inserimento di due tiranti in acciaio, ancorati a piastre metalliche poste internamente.
A Monsampietro Morico, invece, l’intervento su San Francesco ha un importo totale di 516.651 euro, di cui l’USR ha appena liquidato un primo acconto di 154.995 euro. I lavori hanno l’obiettivo di riparare le lesioni causate dal sisma, che si sono concentrate in diverse zone, tra cui il frontone, le volte in muratura, la cupola in camorcanna e, soprattutto, sulla torre campanaria, che ha subito i danni maggiori.
L’intervento previsto dal progetto è impostato sulla riparazione dei danni e nel contempo su quelli volti a garantire un miglioramento della risposta sismica dell’aula e del presbiterio che rappresentano la porzione di fabbricato maggiormente lesionata e che si intende rendere fruibile per il culto. I lavori sono mirati alla eliminazione della vulnerabilità, per quanto possibile, o a ridurne gli effetti sia sulle strutture verticali sia su quelle orizzontali.