La soddisfazione del Commissario Castelli per la consegna della nuova Caserma dei Carabinieri e Carabinieri Forestali di Montereale (AQ)

È stata consegnata questa mattina all’Arma dei Carabinieri la nuova Caserma dei Carabinieri e dei Carabinieri Forestali di Montereale, borgo storico in provincia dell’Aquila, ricostruita dopo i gravi danni subiti a causa del terremoto del 2017. Alla cerimonia hanno partecipato il Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Guido Castelli e il Responsabile della Direzione Regionale Abruzzo e Molise dell’Agenzia del Demanio, Caterina Micossi, il Sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi, il Comandante del Comando provinciale L’Aquila, col. Salvatore Del Campo, il Comandante Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, generale di brigata Gianluca Feroce e il Comandante Comando Regione Carabinieri Forestale Abruzzo e Molise, col. Giuseppe Lopez.

Il nuovo immobile è stato realizzato con i fondi del Commissario Straordinario Sisma 2016, per un investimento di 4 milioni di euro. L’Agenzia del Demanio ha operato come stazione appaltante eseguendo le fasi progettuali ed esecutive per restituire al territorio un presidio di sicurezza moderno nello stesso luogo dove sorgeva l’edificio distrutto dal terremoto.

Il Commissario Guido Castelli ha dichiarato: “La consegna della nuova caserma dei Carabinieri e dei Carabinieri Forestali di Montereale rappresenta molto più di un intervento edilizio: è un segno concreto della presenza dello Stato nei territori dell’Appennino centrale. Fin dall’inizio del mio mandato ho considerato la ricostruzione di questi presidi di sicurezza una priorità assoluta, perché le forze dell’ordine sono parte integrante delle nostre comunità e contribuiscono a farle sentire tutelate. Nel cratere sisma sono complessivamente 25 le opere di ricostruzione per altrettante caserme dei Carabinieri e dei Carabinieri Forestali. Tre di queste (tra cui quella di Montereale), si trovano in Abruzzo. A questi interventi sono stati destinati complessivamente circa 90 milioni di euro, a conferma di un impegno da parte delle istituzioni forte e concreto. Oggi restituiamo a Montereale una struttura moderna, sostenibile, sicura, realizzata grazie al prezioso lavoro dell’Agenzia del Demanio. Una caserma nZEB, costruita con tecniche innovative e pensata per integrarsi con il borgo. Quello che abbiamo inaugurato non è soltanto un edificio, ma un presidio di legalità, un punto di riferimento per cittadini che hanno affrontato prove durissime. La presenza dell’Arma è garanzia di fiducia, ordine e coesione. Continuare su questa strada significa rafforzare la rete che tiene unito il nostro Appennino”.

Il Sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi, ha dichiarato: “Esprimo tutta la mia gioia e gratitudine rispetto alla consegna anticipata della Caserma. Si tratta del giusto e doveroso riconoscimento per i militari dell’Arma che, fin dalle ore successive ai sismi del 2016-2017, mi hanno coadiuvato con spirito di servizio nella gestione dell’emergenza. Questo momento rappresenta anche un modo per ringraziarli

concretamente per quanto fatto. Altrettanto doverosamente rivolgo un plauso all’Agenzia del Demanio regionale e al RUP, nella persona dell’Ingegner Ridolfi che, grazie alle sue capacità, ha saputo risolvere le problematiche che abbiamo dovuto affrontare in corso d’opera. Infine, la Struttura commissariale ha gestito in modo ottimale la regia non solo di questi lavori, ma anche dei tanti altri interventi di ricostruzione e di riparazione economica e sociale che riguardano questi nostri territori. I risultati che sta realizzando il Commissario Castelli sono sotto gli occhi di tutti e sono il frutto della sua capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo: una qualità indispensabile per realizzare risultati importanti come quello odierno”.

La caserma, oltre ad essere un simbolo di rinascita e resilienza, è un esempio di costruzione innovativa e sostenibile: la struttura è realizzata in legno X‐LAM a elevata resistenza antisismica e i prospetti esterni sono rivestiti con pannelli in alluminio anodizzato altamente efficienti e sostenibili; è ecosostenibile e classificata nZEB (nearly Zero Energy Building), con elevate prestazioni energetiche ottenute grazie all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’architettura della nuova caserma si ispira alle caratteristiche del borgo in pietra e inserisce in modo armonico l’edificio nel paesaggio. La nuova piazza, collegata all’ingresso della caserma, offre uno spazio pubblico che avvicina le istituzioni e la cittadinanza. Il legame con il territorio e la sua storia viene evocato dall’opera d’arte contemporanea che l’Agenzia del Demanio, insieme all’Arma dei Carabinieri e alla Soprintendenza, ha fatto installare all’interno della caserma. Realizzata dall’architetto Riccardo Miotto, l’opera intitolata “Spectrum” richiama la relazione tra le profondità terrestri e la superficie abitata, in analogia con l’architettura dell’edificio che sorge dalle macerie. La scultura è stata selezionata sulla base della norma che destina una quota delle spese per le opere pubbliche alla valorizzazione artistica degli edifici.

Cortino, approvato il progetto di riparazione e rafforzamento locale della chiesa di San Michele Arcangelo

C’è l’ok, da parte della conferenza permanente, al progetto di riparazione e rafforzamento locale della  chiesa di San Michele Arcangelo a Cortino, in provincia di Teramo. La chiesa di San Michele Arcangelo risalente al secolo XVI, non presenta aggiunte realizzate in tempi successivi è un edificio isolato posto all’ingresso del paese su una piazzetta antistante il monumento dedicato “ai caduti delle guerre”. Il piccolo borgo denominato frazione Lame all’interno del quale la chiesa è ubicata è composto da un’alternanza di abitazioni moderne, in pietra per lo più ottocentesche alcune delle quali risalenti al 1700 con monogramma dei Gesuiti. Si prevede la realizzazione di un cordolo sommitale in muratura avente la funzione di mantenere la forma della gabbia muraria, impedendo il distacco delle pareti nei cantonali e rifacimento di manto di copertura, cuci e scuci a piccoli tratti, con l’inserimento di mattoni pieni all’interno e di pietra squadrata all’esterno e il consolidamento del campanile mediante doppio tirante verticale interno da inserirsi tra la muratura del campanile stesso. Il costo dell’intervento ammonta a 165.931,84 euro.

“Desidero ringraziare il presidente della Regione Marco Marsilio, il Vescovo Lorenzo Leuzzi, l’Ufficio ricostruzione e il sindaco Marco Tiberii per la loro collaborazione. Il patrimonio culturale rappresentato dalle chiese dei nostri territori è un valore che dobbiamo preservare e tramandare, nelle massime condizioni di sicurezza” ha dichiarato il commissario alla ricostruzione sisma Guido Castelli.

Via libera agli interventi locali di riparazione e ripristino della chiesa di Sant’Agostino in Fraz. Sant’Agostino a Basciano

La Conferenza permanente ha dato il via libera agli interventi locali di riparazione e ripristino della chiesa di Sant’Agostino in Fraz. Sant’Agostino a Basciano (TE). La chiesa è conosciuta già in documenti del XIII secolo e l’attuale conformazione è frutto della ricostruzione effettuata tra il 1750 e il 1800 da parte dei Padri Camaldolesi, nonché di modifiche occorse nel 1930 (quando, intervenendo sulla facciata, venne sostituito l’antico campanile a vela con la torre campanaria odierna e modificato l’originario finestrone quadrato presente sul prospetto principale con quello rotondo attuale. In origine, infatti era presente un timpano triangolare con un oculo al centro e un piccolo campanile a vela), e negli anni Ottanta (nel 1986 la chiesa fu nuovamente inaugurata dopo lavori di manutenzione). E’ prevista la demolizione e rifacimento della copertura lignea previa realizzazione di cordolatura sommitale perimetrale in acciaio con perfori, barre e iniezioni e utilizzo di sezioni lignee adeguate con modifica del passo delle capriate, interventi sugli archi e le volte con ripristino delle conformazioni tramite centinature, scuci e cuci e consolidamento provvisorio con iniezioni di malta di calce e rinforzo finale tramite fasce e reti, interventi sulle pareti interne quali scuci-cuci, sarciture, rifacimento intonaci, cuciture armate di cantonali e incroci murari vari al fine di migliorare il collegamento tra i vari macroelementi e interventi sulle pareti interne quali scuci-cuci, sarciture, rifacimento intonaci, cuciture armate di cantonali e incroci murari vari al fine di migliorare il collegamento tra i vari macroelementi. 350.000,00 euro è il costo totale dell’intervento.

“Interveniamo ancora in una delle nostre preziose chiese del nostro territorio. E’ chiaro il netto cambio di passo nella ricostruzione , ormai intrapreso da tempo, fondamentale per recuperare questi gioielli di storia e cultura religiosa. Voglio ringraziare il presidente della Regione Marco Marsilio,  il Vescovo Tommaso Valentinetti, l’Ufficio ricostruzione e il sindaco Alessandro Frattaroli per la loro efficace collaborazione” dichiara il commissario alla ricostruzione sisma Guido Castelli.

Montegallo, lavori in corso per la rigenerazione urbana nelle frazioni di Uscerno, Migliarelli, Piano e Abetito

Proseguono gli interventi di riqualificazione degli spazi pubblici nelle frazioni di Uscerno, Migliarelli, Piano e Abetito, nel comune di Montegallo (Ap), finanziati attraverso il Fondo Complementare al Pnrr nell’ambito della Sub-misura A3.1 “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi”.

«Le frazioni rappresentano un patrimonio inestimabile per tutto il cratere colpito dal terremoto, che va preservato e rilanciato in ogni sua componente – spiega il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli -. La strada intrapresa è quella giusta, e quanto sta accadendo ce lo conferma. Ringrazio la sinergia proficua tra i Comuni, l’Ufficio Speciale Ricostruzione e la Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli».

«Esprimo grande soddisfazione per l’avanzamento degli interventi di rigenerazione urbana nelle frazioni di Uscerno, Migliarelli, Piano e Abetito, che sono ormai in fase di ultimazione. Questi lavori, resi possibili dal Fondo Complementare al Pnrr, sono centrali nella strategia della nostra amministrazione: la ricostruzione post-Sisma 2016 e la rigenerazione completa di tutte le 23 frazioni del nostro comune. L’obiettivo è chiaro: rilanciare il nostro territorio da un punto di vista turistico e socio-economico, restituendo ai cittadini luoghi sicuri e pienamente vissuti. Per questo, desidero ringraziare il Commissario Straordinario alla Ricostruzione, Guido Castelli, l’Ufficio Speciale Ricostruzione e il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, per la sinergia proficua e costante, finalizzata proprio a concretizzare quel rilancio socio-economico che l’amministrazione si è prefissata» ha dichiarato il sindaco Sante Capanna.

 

Il primo progetto, dal valore complessivo di 230.000 euro ha recentemente ottenuto il trasferimento del secondo acconto di 60.000 euro, pari al 30% del contributo, da parte dell’Usr

A Migliarelli è prevista la riqualificazione della piazza adibita a parcheggio e del parco sottostante. Le due aree, oggi separate, saranno collegate da una rampa con sedute integrate e da un marciapiede lungo la strada provinciale. Il parcheggio sarà riorganizzato con posti auto, mentre il parco vedrà nuove pavimentazioni in arenaria, sedute e tavolo in legno, predisposizione per una fontana e la piantumazione di due Acer Platanoides al posto degli abeti rimossi. Saranno inoltre rifatti la ringhiera e il muro di contenimento.

A Piano si interverrà sul tratto che conduce all’area verde, con la posa di una pavimentazione in porfido a coda di pavone e l’installazione di una recinzione in rete plastificata su cordolo in calcestruzzo. Ad Abetito, invece, la recinzione esistente sarà sostituita da una nuova struttura in acciaio, previo risanamento della base in cemento armato. Gli interventi puntano a migliorare accessibilità, sicurezza e qualità estetica degli spazi, con soluzioni sostenibili e a bassa manutenzione.

Infine Uscerno, per cui è in essere un altro progetto da 550.000 euro (l’Usr ha appena liquidato un secondo acconto da 165.000 euro): i lavori in corso stanno riguardando Piazza della Noce, con l’obiettivo di renderlo uno spazio urbano sicuro e accessibile, con gradonate e muri in pietra, nuova pavimentazione, illuminazione, fontana, pensilina bus, parcheggio e predisposizione ricarica elettrica.

Fabriano, sì al progetto esecutivo per il recupero del borgo di Albacina: 1 milione di euro per torre civica e mura storiche

L’Ufficio Speciale Ricostruzione ha approvato il progetto esecutivo per il recupero storico, funzionale e infrastrutturale del borgo di Albacina, frazione di Fabriano, con interventi che interesseranno la torre civica, le mura urbiche e le principali aree di accesso e percorrenza.

L’opera, inserita nell’ordinanza commissariale 137 del 2023, è finanziata con un contributo di 1 milione di euro e rappresenta uno degli interventi più significativi per la rigenerazione urbana post-sisma.

«Con questo intervento, Fabriano si prepara a restituire al borgo di Albacina la sua identità storica e la piena fruibilità, coniugando sicurezza, conservazione e valorizzazione del patrimonio – spiega il commissario straordinario, Guido Castelli – La nostra idea di ricostruzione è imperniata su principi di lungimiranza che puntano non solo a rimettere in piedi il patrimonio ma a restituire una visione e, soprattutto, futuro a questi territori. Ringrazio, ovviamente, i Comuni, l’Usr e la Regione guidata dal presidente Acquaroli per quanto stanno facendo».

Il borgo di Albacina, uno dei castelli storici di Fabriano, ha subito gravi danni a seguito del terremoto del 2016. Il progetto punta a ripristinare la sicurezza strutturale e la percorribilità degli spazi pubblici, coniugando il miglioramento sismico con la tutela delle caratteristiche architettoniche e paesaggistiche.

La torre civica sarà oggetto di un consolidamento complessivo delle murature, con interventi mirati a rinforzare le parti più vulnerabili e a riparare le lesioni interne, mentre la vela campanaria sarà sottoposta a un intervento strutturale che ne garantirà la stabilità. Contestualmente, si procederà alla riqualificazione estetica, con lavatura e stuccatura delle superfici, rifacimento degli intonaci interni e ricostruzione della tettoia d’ingresso in legno, oltre al rifacimento del manto di copertura con materiali tradizionali.

La scalinata monumentale di accesso al borgo, oggi in stato di degrado, sarà completamente rifatta con conci di pietra calcarea e cordoli arrotondati, mentre la pavimentazione di via del Castello sarà sostituita con sampietrini e fasce antiscivolo, dopo il rifacimento della fognatura e dei sottoservizi. Le mura urbiche, in particolare il tratto su via del Borgo, saranno consolidate con iniezioni di malta di calce idraulica e interventi di scuci-cuci, seguiti da trattamenti protettivi e armonizzazione cromatica. Anche il tratto su via Spontini sarà riqualificato con operazioni di pulizia e ripristino delle superfici

Castelli: “La cucina italiana frutto di natura e cultura”

Il riconoscimento riservato dall’Unesco alla cucina italiana, come patrimonio dell’umanità, grazie al percorso intrapreso dal ministro Francesco Lollobrigida con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e l’intero Governo Meloni, ha ottenuto oggi il via libera unanime del Comitato Unesco riunito a Nuova Delhi. E’ motivo di legittimo orgoglio per il nostro Paese e un invito a guardare con rinnovata cura le nostre “radici” che sono alla base della qualità del nostro cibo. Secondo la decisione assunta dall’Unesco, la cucina italiana è una “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, “un modo per prendersi cura di sé stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda”.

Per l’Italia è una sollecitazione a rinnovare l’attenzione verso la qualità della produzione agricola, come premessa per una qualità della produzione alimentare. Come ebbe modo di dire la premier, Giorgia Meloni: “Vogliamo essere impegnati anche nella sicurezza e incolumità alimentari, non solo dunque alimenti per tutti ma assicurare alimenti sani per tutti”. C’è una sovranità alimentare da recuperare, che tra l’altro è ricca di storia e di ricerca.

La qualità del nostro cibo è fatta di cultura e di natura. E’ fatta di attenzione a sé stessi e ai propri vicini, è fatta di tradizioni “a chilometro zero”. La dieta mediterranea, che è parte e frutto della cucina italiana, si fonda sulla qualità dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, soprattutto rivolto alla produzione del latte e dei suoi derivati. L’agricoltura (e la silvicoltura) è da sempre l’attività primaria di relazione produttiva tra Uomo e Natura. Nella ricostruzione e riparazione dell’Appennino centrale dopo il sisma del 2016 abbiamo spesso modo di verificare quanta parte hanno le attività agricole nella conservazione – “difendi conserva prega” diceva Pasolini – della vita delle nostre comunità. La presenza di attività agricole, non da latifondo, favorisce anche gli insediamenti animali, messi a rischio dalla deforestazione. Le pratiche agricole diversificate, se condotte dall’uomo in ascolto e nel rispetto del luogo in cui si impiantano, possono sostenere nel tempo la crescita a lungo termine di molte specie della popolazione animale sensibili legate alle foreste e che si nutrono di insetti. Numerosi studi attestano infatti che i benefici di pratiche agricole diversificate per la biodiversità possono accumularsi nel tempo e che tali pratiche conservano un potenziale vitale per il futuro ripristino.

La cucina italiana non è solo frutto della creatività – pur ammirevole – di rinomati chef italiani, ma è l’esito di un lungo percorso di feconda relazione tra Uomo e Natura, con l’obiettivo della salute delle persone e dell’ambiente.

 

Camporotondo di Fiastrone: verso la chiusura dei lavori di riqualificazione urbana

Sono in dirittura d’arrivo gli interventi di riqualificazione nel centro urbano di Camporotondo di Fiastrone (Mc), finanziati dal Programma Unitario di Rigenerazione Urbana “Commune Terre Campi Rotundi”, con risorse del Fondo Complementare al Pnrr e dell’Ordinanza Pnc Sisma. Il valore complessivo dell’opera è di 839 mila euro e riguarda Via Circonvallazione, Via Campo Fiera e Piazza San Marco, con l’obiettivo di migliorare la qualità degli spazi pubblici e rendere il borgo più fruibile.

L’iter procede spedito: dopo l’anticipo e il primo acconto, l’Usr ha liquidato un secondo acconto da 219 mila euro che consente di proseguire le opere.

«Il progetto rappresenta un passo importante per la rigenerazione del borgo, con l’obiettivo di favorire la mobilità pedonale, valorizzare il patrimonio storico e meglio collegare il centro  – dichiara il commissario straordinario Guido Castelli –. Se la ricostruzione sta avanzando nella direzione giusta è grazie alla sinergia tra Comune, Ufficio Speciale Ricostruzione e Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli».

Il progetto prevede nuovi marciapiedi in Via Borgo Nuovo e Via Campo Fiera, oltre alla sistemazione dei percorsi pedonali di raccordo. Intervento cruciale è quello su Piazza San Marco: qui verrà realizzata una nuova struttura carrabile che proteggerà la cisterna ipogea medievale garantendo, allo stesso tempo, la piena fruibilità della piazza.

Il sindaco Massimiliano Micucci: «Nel corso dei lavori abbiamo dovuto affrontare alcuni imprevisti legati ai sottoservizi, in particolare al passaggio della fibra ottica. Nonostante ciò, l’intervento sta procedendo e rappresenta un’opera importante per un borgo piccolo come il nostro, sia dal punto di vista estetico sia sotto il profilo della sicurezza dei pedoni. Questi lavori vanno a migliorare la connessione tra il centro storico e la parte più bassa del paese, rendendo più funzionali i percorsi urbani: dal cuore del borgo ai giardini pubblici, fino al tracciato che conduce agli impianti sportivi. Inoltre, l’intervento Pnc si integra con quelli del Pil, Piano Integrato Locale, che punta sulla mobilità sostenibile e sul collegamento con l’area sportiva, uno spazio molto frequentato dai bambini e dai ragazzi del paese».

Belforte del Chienti, approvato il progetto esecutivo per il restauro dell’Arco di Via Leopardi e delle mura castellane

L’Ufficio Speciale Ricostruzione ha dato il via libera al progetto esecutivo per i lavori di riparazione con rafforzamento locale di tre sezioni delle mura urbiche e dell’arco di ingresso di Via Leopardi, uno dei varchi storici del centro medievale di Belforte del Chienti (Mc). L’intervento, finanziato ai sensi dell’Ordinanza commissariale 137 del 2023, ha un importo complessivo di 200.000 euro.

«L’intervento garantirà la sicurezza strutturale, la riqualificazione architettonica e una migliore fruibilità dell’area, incrementando il decoro urbano e le potenzialità turistiche del borgo – spiega il commissario Guido Castelli -. La ricostruzione non può e non deve rimanere fine a sé stessa ma deve guardare avanti, al futuro di questi territori con lungimiranza e saggezza. Ringrazio la collaborazione fattiva dei Comuni, dell’Usr e della Regione guidata dal presidente Francesco Acquaroli».

Commenta il sindaco Alessio Vita: «Questo intervento si inserisce nella più ampia visione di crescita e rigenerazione del centro storico di Belforte del Chienti. Dopo il restyling della piazza, ora un altro punto identitario della parte alta del paese torna a rinascere. Sono i tasselli di un puzzle che si sta componendo con l’obiettivo di restituire nuova vita al cuore antico del nostro borgo, non solo dal punto di vista strutturale e architettonico ma anche sociale ed economico, grazie ai progetti che lo interesseranno nei prossimi mesi. Un ringraziamento particolare va al commissario Guido Castelli per l’attenzione e il sostegno che continua a dimostrare per il nostro territorio».

L’arco, conosciuto come Porta Santa Lucia, è un elemento di grande valore storico e architettonico. La sua realizzazione risale alle maestranze locali del XIII secolo, anche se alcuni studiosi la collocano nel XV secolo. In epoca medievale costituiva uno dei varchi di accesso al borgo fortificato, insieme alle porte principali ormai scomparse, e rappresentava un punto strategico lungo la viabilità storica che collegava Belforte con Tolentino e Camerino

È attualmente interessato da una vistosa messa in sicurezza. Il progetto approvato punta a restituire piena agibilità strutturale e decoro a questo snodo viario, migliorando la fruibilità per residenti e turisti.

Il piano prevede lo smontaggio delle opere di messa in sicurezza e l’installazione dei ponteggi, la riparazione con rafforzamento locale delle murature mediante inserimento di diatoni inghisati, la tecnica “scuci e cuci” per le lesioni e la stuccatura con malte compatibili. Sarà recuperato il coronamento con pianellato e ripassato il manto di coppi sull’arco, mentre il paramento murario lungo Via Leopardi e i tratti di cinta adiacenti saranno riqualificati.

È prevista inoltre la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione a led per valorizzare l’arco, la fontana e il lavatoio storico, insieme all’installazione di un dissuasore per la regolazione del traffico veicolare in ingresso al centro storico.

Ascoli Piceno, arrivano altri 800mila euro per i lavori alla “Malaspina”

Sono stati trasferiti 828.462,93 euro per i lavori, consegnati alla fine del mese di settembre, alla scuola elementare e materna Malaspina ad Ascoli Piceno. Gli interventi rientrano nell’Ordinanza Speciale 3 del 6 maggio 2021 “Interventi di ricostruzione delle scuole del Comune di Ascoli Piceno.

L’intervento è finalizzato al miglioramento sismico dell’edificio scolastico e prevede una serie articolata di opere strutturali, impiantistiche, funzionali, energetiche, acustiche ed estetiche. Sono inoltre compresi interventi sull’impianto termico e di condizionamento, sul comfort acustico degli ambienti, sulle impermeabilizzazioni e sul rifacimento della copertura. La conclusione è prevista per novembre 2026, per un costo complessivo pari a 5.659.960,03 euro. L’immobile è costituito da un unico corpo di fabbrica, con una superficie complessiva di circa 3.570 metri quadrati e si sviluppa su quattro livelli: un piano seminterrato e tre piani fuori terra.

 

“E’ un nostro dovere fornire, ai nostri giovani,, degli edifici che siano sicuri ed energicamente efficienti – sottolinea il commissario alla ricostruzione sisma Guido Castelli –  Questo è uno dei capisaldi del nostro quotidiano impegno, per questo voglio ringraziare il presidente della Regione Francesco Acquaroli, l’ufficio ricostruzione e il sindaco Marco Fioravanti per la loro continua e importante collaborazione”.

 

Loro Piceno: la sede comunale torna in centro nella prestigiosa sede storica dopo i lavori di ricostruzione post-sisma 2016

La sede municipale di Loro Piceno torna nel cuore del paese e ritrova la sua prestigiosa sede originale. Dopo anni di delocalizzazione in un piano della scuola secondaria fuori dal centro, oggi è stata inaugurata ufficialmente dopo un complesso intervento di riparazione dei danni e miglioramento sismico che ha restituito al paese un edificio storico centrale per la vita amministrativa e civile della comunità. L’intervento è stato finanziato dalla Struttura commissariale sisma 2016 con un contributo complessivo pari a  1.506.200 euro.

L’attività amministrativa torna dunque nel palazzo situato tra la chiesa di Santa Maria di Piazza e il Castello, eretto nel 1624 e completamente ridisegnato dall’architetto Pietro Augustoni nel 1780: l’intervento di riparazione dei danni ha previsto un restauro conservativo,  dando preferenza agli interventi meno invasivi e maggiormente rispettosi dell’autenticità dell’edificio al suo stato di fatto.

«La consegna di un edificio pubblico storico, restituito alla sua comunità più sicuro, più funzionale e pienamente adeguato dal punto di vista sismico, testimonia l’efficacia e la concretezza della ricostruzione in corso. Interventi come questo dimostrano che il patrimonio pubblico dei territori colpiti sta rinascendo nel segno della sicurezza e della qualità, riportando la vita nel cuore di borghi e paesi. Ringrazio il sindaco Paoloni, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e l’Usr Marche», ha dichiarato il Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016, Guido Castelli.

Il sindaco Robertino Paoloni ha evidenziato il valore simbolico e operativo del rientro nella sede originaria:  «Ringrazio il Commissario Guido Castelli e  tutta la Struttura per la vicinanza e per il lavoro svolto che ci ha permesso di rientrare nel nostro Municipio. Il mio pensiero va ai cittadini, perché questo edificio rappresenta la casa comune, un tassello fondamentale della ricostruzione ormai ben avviata nel nostro territorio. Negli ultimi due anni abbiamo registrato una forte accelerazione anche sulla ricostruzione pubblica, oltre alla privata che procede da tempo.

Il Palazzo comunale è il luogo in cui si esercita la democrazia e il lavoro quotidiano della nostra comunità. Tornare nel centro storico significa riportare vita nel cuore del paese. In questi anni sono entrati nuovi dipendenti assunti per la ricostruzione, che non avevano mai lavorato nella sede storica: oggi possono finalmente riconoscere e vivere gli spazi che identificano il nostro Municipio.  Ritroviamo le stanze storiche impreziosite da affreschi e decori restituiti alla loro bellezza. Alcune opere d’arte  rientreranno prossimamente quando ci saranno tutte le condizioni ideali per evitare sbalzi termici alle stesse tele».

L’intervento. I lavori hanno riguardato il ripristino della continuità muraria, il consolidamento delle volte in canna e gesso, la ricostruzione di porzioni della copertura, l’inserimento di cordoli e tramezzi strutturali, il rafforzamento del torrino, oltre alla riorganizzazione funzionale degli spazi con nuovi collegamenti interni, servizi igienici, aggiornamento degli impianti e nuove finiture. Particolare attenzione è stata dedicata al restauro degli affreschi presenti nelle sale del Sindaco e del Consiglio, riportati alla loro piena leggibilità. Vista la complessità e il valore dell’immobile dal punto di vista storico,  l’opera ha potuto beneficiare delle risorse aggiuntive del fondo integrativo per la ricostruzione pubblica e del fondo speciale per le compensazioni, attivati ai sensi dell’ordinanza 126/2022. L’iter amministrativo si è concluso con l’approvazione del progetto esecutivo nel novembre 2022 e la concessione del contributo nel dicembre dello stesso anno. I lavori, aggiudicati nel maggio 2023, sono partiti in autunno e si sono sviluppati anche a seguito della variante progettuale trasmessa nell’agosto 2024.

Il Palazzo Comunale, uno scrigno di tesori d’arte. Il Palazzo Comunale di Loro Piceno custodisce un patrimonio artistico di grande valore, distribuito principalmente tra la Sala Consiliare e lo studio del Sindaco.Nella Sala Consiliare sono conservati il ritratto del cardinale Giuseppe Mori (1850-1934), illustre prelato originario di Loro Piceno, il ritratto di Padre Donato Camacci (1880-1975), celebre predicatore cappuccino, e una serie di ritratti dei cardinali protettori della Comunità di Loro dal XVI al XIX secolo. Completano l’arredo storico un antico leggio proveniente dal convento dei Cappuccini, un lampadario in cristallo della metà dell’Ottocento e un nucleo significativo di panche lignee: alcune provengono dalla chiesa di San Francesco (XVIII secolo), altre furono realizzate appositamente per il palazzo della Comunità nel XVII secolo.

Lo studio del Sindaco ospita invece una Madonna con Bambino in terracotta invetriata della scuola di Andrea della Robbia (fine XV secolo), una serie di specchiere artistiche databili tra XVIII e XIX secolo, un inginocchiatoio ligneo del Seicento, un dipinto settecentesco raffigurante San Giorgio e il Drago proveniente dall’omonima chiesa, e un tavolo ligneo con piano in marmo verde risalente al XVIII secolo.

Non sono ancora rientrate nella Sala Consiliare due opere tuttora esposte nella chiesa di Santa Maria di Piazza: L’Assunzione della Vergine di Ercole Ramazzani (XVI secolo), proveniente in origine dalla chiesa di Sant’Antonio presso il convento dei Cappuccini, e un dipinto settecentesco su tavola di autore anonimo raffigurante San Liberato con i Beati Umile e Pacifico, commissionato per il Palazzo Comunale e lì conservato fino al sisma del 2016.

Un bene culturale altrettanto rilevante è rappresentato dall’archivio storico comunale, riordinato nei primi anni Duemila, che raccoglie documenti a partire dagli inizi del XIII secolo: registri, catasti e carteggi che raccontano la vita amministrativa del comune fino alla metà dell’Ottocento. L’archivio conserva anche una copia, redatta in caratteri gotici nel XIV secolo, della trascrizione di un’iscrizione bronzea rinvenuta durante i restauri del nucleo feudale. Il testo ricorda l’opera di Valerio Arunzio, probabilmente un esperto di costruzioni militari appartenente a una famiglia etrusca di rilievo, inviato dall’imperatore Augusto per restaurare una fortificazione già allora esistente a Loro Piceno.

Il quadro sulla ricostruzione a Loro Piceno. A Loro Piceno la ricostruzione privata è in una fase molto avanzata: oltre il 70% delle pratiche con contributo concesso ha già portato alla chiusura di 55 cantieri e  38 in corso. L’importo liquidato, molto vicino alla soglia dei 30 milioni, conferma l’avanzamento significativo degli interventi sul patrimonio abitativo. Anche la ricostruzione pubblica è in pieno sviluppo: su 28 opere in programma la metà è tra cantieri conclusi, avviati e in progettazione avanzata. Il mix di opere include scuole, beni culturali, ERP e interventi in ordinanza speciale.