Riprendere il normale utilizzo e ripristinare la funzionalità del Centro Faunistico di Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, tra i Monti Sibillini.
Sono gli obiettivi del progetto di riparazione appena approvato dall’Ufficio Speciale Ricostruzione, per un importo di 390.654 euro; la struttura, di proprietà del Comune e situata nella zona di Vallinfante, nei pressi della sorgente del fiume Nera, è infatti rimasta danneggiata dopo gli eventi sismici del 2016/2017, che hanno causato, in particolare, numerosi fenomeni franosi.
«La nostra montagna deve poter esprimere al meglio tutte le sue potenzialità perché è anche da qui che passa il rilancio – spiega il commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli -. Si tratta di luoghi che vantano una natura spettacolare, purtroppo già in sofferenza prima della tragedia del sisma. Nostro dovere non è dunque solo ricostruire, ma restituire futuro a queste zone. E di farlo col lavoro di squadra, come accade fattivamente con Comuni, Usr e con la Regione guidata dal presidente Acquaroli».
«Un altro tassello importante che andiamo a rimettere in sesto – conferma il sindaco di Castelsantangelo, Alfredo Riccioni -. La montagna ha bisogno di rinascere, e per farlo pienamente deve evitare lo spopolamento che era già in atto prima del terremoto. L’obiettivo è di agire sempre con la massima celerità. Devo ringraziare sentitamente la Struttura guidata dal commissario Castelli perché serba costantemente un occhio di riguardo a tutto il territorio dei Sibillini».
I maggiori problemi si sono registrati sulla recinzione perimetrale, recisa, e sui pali di sostegno che sono stati troncati. La contemporanea presenza di massi di diverse dimensioni in equilibrio precario, poi, ha creato fenomeni di instabilità. Inoltre, le scosse hanno provocato anche la rottura di alcune voliere causata dalla caduta di alberi. Oltre ad assolvere a funzioni scientifiche e naturalistiche, prima del terremoto il centro era destinato anche a turisti ed appassionati di natura che lì potevano osservare e conoscere le abitudini ed i comportamenti degli animali. Un’altra funzione svolta era quella di centro di recupero degli animali selvatici. Dunque, il progetto sulla vasta area di circa 30 ettari prevede la demolizione e la ricostruzione di un tratto di recinzione di circa 1.800 metri e la sostituzione delle voliere danneggiate.