È in corso un importante intervento di messa in sicurezza nel territorio di Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, in un territorio dove il terremoto del 2016/2017 ha causato un’alterazione dell’assetto idrogeologico, gravi danni alle infrastrutture, agli impianti e ai sottoservizi e rendendo inagibili diversi immobili pubblici e privati.
In particolare, si sono verificati crolli di massi dai versanti rocciosi che hanno determinato una condizione di rischio per l’abitato di Vallinfante, la frazione di Piè La Rocca, il Centro Faunistico e la strada comunale Castelsantangelo-Macchie, che costituisce la via di accesso a tali aree.
«La salvaguardia del territorio e la riduzione del rischio rappresentano la base su cui costruire il futuro di queste zone dell’Appennino così martoriate dal sisma – spiega il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli – Ringrazio per la forte collaborazione la filiera che vede impegnati il Comune guidato dal sindaco Alfredo Riccioni, nelle vesti di soggetto attuatore, l’Ufficio Speciale Ricostruzione e la Regione Marche guidata dal presidente Francesco Acquaroli».
«In questo breve periodo che mi ha visto alla guida del comune di Castelsantangelo sul Nera ho realmente apprezzato l’impegno dimostrato dal Commissario Onorevole Guido Castelli e dal Governatore Francesco Acquaroli in merito alla ricostruzione post sisma 2016 – dichiara il sindaco Alfredo Riccioni -. Tutelare e ricostruire questi territori martoriati dal terremoto è fondamentale per la salvaguardia della popolazione montana e di quella ampia fetta di turismo che continua ad amare la nostra montagna nonostante tutto, nonché ad attirare nuove generazioni grazie alle recenti infrastrutture tecnologiche e alle possibili agevolazioni fiscali che si dovessero adottare. Sono certo che con il loro aiuto vedrò rinascere il mio paese prima della fine del mio mandato. Metto a disposizione la mia completa collaborazione e il mio sostegno per ogni iniziativa che verrà messa in atto».
I lavori, che sono in fase di ultimazione ed hanno un importo di 2,4 milioni di euro, si stanno dunque concentrando sulle zone in oggetto attraverso “opere di difesa passiva” (vale a dire barriere e rilevati paramassi) ed “interventi di consolidamento di tipo attivo in parete” mediante i quali si riduce il pericolo di crolli dalle pareti rocciose.