A Smerillo, un piccolissimo Borgo medievale in provincia di Fermo, sotto i Monti Sibillini, da 15 anni, accade qualcosa di speciale, che ha dell’incredibile. In questo luogo dove vivono solo 50 anime e dove non si capita per caso, si riuniscono ogni anno, i migliori protagonisti della cultura, dell’alpinismo e dello spettacolo.
Ad attirarli un gruppo di amici che, con la sola voglia di fare e condividere cultura, senza alcuno scopo commerciale, lavorano per un anno intero intorno ad una parola, sulla quale intessono il programma del Festival Le Parole della Montagna, un contenitore di eventi di alpinismo, filosofia, poesia, arte, cinema, letteratura, spettacolo, con ospiti di elevatissima caratura culturale e riflessioni raffinate per chi non si ferma in pianura e vuole raggiungere le Terre Alte.
Il valore aggiunto della manifestazione è proprio l’atmosfera che si viene a creare in quel piccolo Borgo di Smerillo, dove non c’è veramente nulla e dove, sembra incredibile, ma non si può comprare nemmeno il pane. È un’atmosfera fatta di relazioni e tanta bellezza, lontana dagli eventi mondani e da ogni logica commerciale.
Proprio il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli sottolinea che “E’ fondamentale il rilancio di tutta l’area montana e del cratere anche attraverso la cultura, l’arte e lo spettacolo. La ricostruzione parte anche dall’anima del territorio che valorizza le eccellenze e i piccoli borghi, aree che hanno bisogno di un nuovo sviluppo e sul quale stiamo lavorando senza sosta”
È tutto piccolo a Smerillo ma grandi sono i panorami a 360° che spaziano dal mare alla montagna; grande la luce che illumina la cima del crinale roccioso su cui si arrocca il Borgo medievale; grandi i colori e gli odori delle stagioni che si alternano; grandi le emozioni che offre un luogo così ridotto all’essenziale.
Lo stesso ambiente quasi surreale, lo ritroviamo anche nei piccoli Borghi di Monte San Martino (Mc) e Monteleone di Fermo (Fm), simili a Smerillo, dove si svolgono le anteprime del festival, ottima occasione per fare rete fra i piccoli comuni e creare un turismo culturale e green.
Con la sua verticalità e altezza vertiginosa, con la vicinanza al cielo e l’inaccessibilità, la montagna infatti, fin dalle più antiche culture, è considerata un ponte fra il visibile e l’invisibile, dimora degli dei, via per la quale l’Uomo può elevarsi alla divinità e la divinità rivelarsi all’uomo (si pensi al Kailash, all’Olimpo, al Monte Sinai, all’Oreb e così via).
Per l’Uomo in ascolto di sé stesso, la montagna è antidoto all’orizzontalità, all’affollamento, alla velocità, cui si contrappone con la lentezza, la solitudine, la fatica, l’essenzialità. Chi si mette in cammino verso la vetta, per vivere un’esperienza personale, cerca un contatto con valori e significati che parlino un linguaggio non omologato, ma personale e trascendente.
Su questa filosofia, è intessuto il programma del Festival Le Parole della Montagna, composto da oltre 30 eventi.
La protagonista dell’intera kermesse è una Parola, suggerita ogni anno dalla montagna, intorno a cui ruota l’intero programma, ricco ed intenso.La parola della XV edizione del Festival è sorgente.
L’immagine metaforica della sorgente è molto forte; la sorgente, infatti, è il punto in cui una vena d’acqua sotterranea, fino ad allora ubicata nell’oscurità del sottosuolo, scaturisce in superficie per poi espandersi cristallina all’esterno.
Il Festival inizia con un’escursione organizzata dal CAI Sezione di Amandola, sui sentieri meno turistici e più inesplorati dei meravigliosi Monti Sibillini, all’interno della quale è previsto uno spettacolo musicale o teatrale, un laboratorio esperienziale o una lettura poetica, da gustare durante il percorso ed in vetta.
Una grande attenzione è riservata alla poesia, grazie alla presenza dei migliori poeti contemporanei che si riuniscono nel Borgo di Smerillo e condividono i loro versi in un’agorà poetica.
Momento di grande partecipazione, sono i laboratori esperienziali, ogni anno diversi, che permettono ai partecipanti di divenire protagonisti del festival, mettendosi in gioco e vivendo significative esperienze personali. Le serate nel piccolo Borgo sono allietate da momenti di convivialità e spettacoli vari.
Non mancheranno momenti di spettacolo, il 19 luglio, con la poesia del Maestro Mogol ed il poeta Davide Rondoni, in un affascinante viaggio attraverso i loro versi poetici e la musica dei brani più amati della storia della canzone italiana; ma anche, il 20 luglio, il grande teatro di Giuseppe Cederna, con il racconto della sorgente di tutte le storie, l’Odissea.
Per il Salotto Letterario, grandi sono i protagonisti che indagheranno il tema della sorgente nelle sue accezioni più metaforiche: il 20 luglio, Daniele Mencarelli e Filippo Davoli ci condurranno in un percorso fino alla sorgente espressiva della scrittura; mentre il 21 luglio, il finalista Strega Paolo di Paolo e Giulia Ciarapica si interrogheranno sulla memoria, quale sorgente di umanità.
Non mancheranno laboratori esperienziali, agorà poetica, il festival dei bambini ed escursioni a tema.
Il Festival ha avuto fra gli altri, i patrocinio del Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016, della Fondazione Marche Cultura, dell’Università di Macerata e dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.