Sono in corso i lavori di riparazione sulla Torre Ghibellina di Ortezzano. Il monumento simbolo del comune fermano, situato in Largo del Carmine, ha subito lesioni diffuse interne ed esterne dopo il terremoto del 2016/2017 ed è per questo oggetto di una serie di interventi di miglioramento sismico dall’importo di 79.320 euro.
«Si tratta di un manufatto di grande valenza non solo per Ortezzano ma per tutto il comprensorio della Valdaso – spiega il commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli -. L’obiettivo è quello di restituire futuro ai territori danneggiati dal sisma e, al tempo stesso, preservarne la forte identità storica. Ringrazio come sempre la proficua sinergia tra la Regione guidata dal presidente Acquaroli, l’Ufficio Speciale Ricostruzione ed il Comune».
Al termine dei lavori verrà dunque restituita piena funzionalità anche al “Centro d’Interpretazione Territoriale dell’Ecomuseo della Valle dell’Aso” ospitato in loco, il tutto puntando alla salvaguardia ed al recupero degli elementi di pregio della torre. La torre, che ha un’altezza media di 15 metri, rappresenta un esempio di costruzione militare a pianta pentagonale e ricopriva il ruolo di mastio o torre di avvistamento del castello di Ortezzano, a completamento della cinta muraria di cui era parte (siamo con tutta probabilità nel XIV secolo). Grazie alla sua altezza, garantiva un’ampia visuale sulla Valle dell’Aso. Essa presenta una sola originale feritoia per bombardiera sul lato sud ovest, al piano terra in prossimità della pusterla, probabilmente realizzata dopo il 1450 per permettere l’utilizzo dell’archibugiera e di seguito demolita per dare spazio ed isolare la torre.
Curiosità. Non esistono documenti che attestano il nome del costruttore né quello delle maestranze. Le uniche notizie storiche documentarie ritrovate attestano che nel 1725 la torre divenne pertinenza del macello comunale, al quale fu poi accostato un forno. Intorno al XIX secolo la Torre Ghibellina fu trasformata in torre civica, costruendo sulla sommità un campanile a vela con l’inserimento di un congegno meccanico a contrappeso per attivare il suono della campana posta sopra il terrazzo di copertura. Tra il 1937 ed il 1938, a causa di un forte temporale, il campanile crollò ed il congegno caduto fu conservato nel deposito comunale.