Il Commissario Castelli al Rem Tech Expo per parlare di rischi ambientali, rigenerazione del territorio, sviluppo sostenibile, bonifiche. Sono questi alcuni degli argomenti al centro dell’evento internazionale di Ferrara che si caratterizza per essere un vero e proprio hub tecnologico-ambientale.
Dopo aver partecipato al taglio del nastro della manifestazione, con l’ingegner Marco Mari il Commissario ha aperto i lavori di un evento dedicato alla rigenerazione urbana. Ai presenti il commissario ha approfondito le numerose attività dedicate alla rigenerazione in corso nel cratere e portato la sua esperienza raccolta in questi anni sul sisma del 2016, il futuro dell’Appennino passa dal principio della sicurezza e dalla possibilità, anche quando c’è da costruire o riqualificare, di adottare misure per la sicurezza degli abitati basate su tecniche che la scienza ha molto evoluto nel tempo. Una non adeguata gestione del territorio ci fa comprendere come lo spopolamento e la caduta di attenzione verso l’entroterra e l’Appennino determini, oltre a tragedie, anche un effetto negativo sulla finanza pubblica.
In un secondo confronto sul disegno di legge delega sul Codice della ricostruzione approvato a giugno dal Consiglio dei ministri, il Commissario sottolinea come il testo costituisca un atto di estrema importanza il nostro Paese. Un intervento frutto del lavoro del ministro Nello Musumeci attraverso il quale, per la prima volta, in Italia ci si propone di definire disposizioni comuni, omogenee, per affrontare le potenziali calamità, di rilievo nazionale e di diversa natura, che possono colpire il territorio.
Successivo all’intervento del Ministro Musumeci il commissario Guido Castelli ne ha parlato con il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, al Capo Dipartimento di Casa Italia Luigi Ferrara e il Sub Commissario al Sisma 2016 Gianluca Loffredo. Il disegno di legge sarà ora sottoposto al vaglio e alle modifiche del Parlamento, ma già ora l’impianto contiene alcuni principi che possiamo considerare dei pilastri. Tra questi, la scelta di affrontare le calamità adottando una governance multilivello. Si tratta del modello che abbiamo adottato proprio nell’Appennino centrale per il post-sisma e che tiene insieme, in un rapporto di costante confronto e collaborazione, lo Stato centrale, le Regioni e le amministrazioni locali.