Le schede su legge di Bilancio, PNC e dati ricostruzione

La legge di Bilancio 2022

La Legge di Bilancio del 2022 prevede il rifinanziamento del fondo per la ricostruzione privata con oltre 6 miliardi di euro, la conferma per quattro anni del Superbonus al 110% per le case danneggiate dal terremoto, la proroga di alcuni termini legati allo stato di emergenza, che viene esteso al 2022, come le norme che riguardano le macerie, le agevolazioni sulle bollette delle utenze, l’esenzione Irpef, Imu ed Isee per gli immobili inagibili.

La manovra del 2022 è una tappa fondamentale per la ricostruzione del Centro Italia dopo il terremoto del 2016. Insieme al Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma da 1,78 miliardi, mette a disposizione della ricostruzione una quantità di risorse, di strumenti di agevolazione e di semplificazione mai sperimentata in passato.

La Legge di Bilancio 2022 stanzia 6 miliardi netti per rifinanziare il Fondo per la ricostruzione privata, che si aggiungono ai 4 netti messi in bilancio nel 2017 e che, dopo l’accelerazione degli ultimi due anni, risultavano in gran parte esauriti. Accanto ai 10 miliardi per la privata, lo Stato ha messo a disposizione per il rifacimento delle opere pubbliche, delle scuole e delle chiese (oltre alle risorse per l’emergenza e quelli finalizzati ad attività specifiche) altri 4 miliardi di euro. A 2,3 miliardi del Fondo iniziale per le opere pubbliche, si sono aggiunti altri 1,7 miliardi con la Legge di Bilancio 2021.

Si tratta nel complesso di 14 miliardi di euro, dei quali 7,7 finanziati nell’ultimo anno, che salgono quasi a 10 considerando anche una parte degli 1,78 miliardi del Fondo complementare PNRR per le Aree sisma (che riguarda anche il cratere abruzzese del 2009), i 160 milioni del Contratto Istituzionale di Sviluppo, i 60 milioni destinati dal Ministero della Coesione ai centri di ricerca universitari e gli ulteriori 70 milioni dei risparmi della Camera, anche questi finalizzati allo sviluppo dal Decreto PNRR di pochi giorni fa.

Superbonus 110% fino al 2025

Accogliendo la richiesta del Commissario alla Ricostruzione, Governo e Parlamento hanno confermato le detrazioni del Superbonus 110% fino al 2025 nelle aree del cratere 2016, ed in tutte quelle dove sono in corso le ricostruzioni per gli eventi successivi al 2009. Le detrazioni del 110%, con lo sconto in fattura, si applicano sulla parte della spesa per la riparazione/ricostruzione dell’edificio che non sono coperte dal contributo pubblico, determinato in base ai prezzari. Anche questi, dopo gli aumenti esponenziali registrati da alcuni materiali, sono in corso di revisione e saranno pronti in poche settimane. Per la ricostruzione 2016 si potranno usare, nel frattempo, i prezzari regionali che sono già stati aggiornati.

E’ ragionevole ipotizzare che la conferma per quattro anni del Superbonus 110% nel cratere, senza distinzioni per tipologia di edificio, condizioni sull’avanzamento dei lavori, e senza la progressiva riduzione della detrazione negli anni prevista invece dalla normativa generale, possa in breve tempo tornare a rendere la ricostruzione 2016 più competitiva e più appetibile per le imprese del settore, oggi distratte dalle migliori condizioni offerte dai lavori del Superbonus nelle altre aree del Paese.

In ogni caso, la consistenza delle risorse a disposizione, la stabilità delle regole e degli strumenti, oggi creano le migliori condizioni possibili per la ricostruzione delle abitazioni danneggiate dal sisma in modo sicuro, sostenibile dal punto di vista ambientale, e senza aggravi di spesa a carico dei cittadini. Ci sono tutti gli elementi per avviare ad attuare una programmazione credibile degli interventi pubblici e privati, con cronoprogrammi e un calendario di impegni e di scadenze finalizzato ad accelerare definitivamente il processo di ricostruzione.

La ricostruzione privata e pubblica

Nei primi undici mesi del 2021 sono state approvate 4.884 richieste di contributo per la ricostruzione di immobili privati danneggiati dal sisma, con l’autorizzazione ad aprire altrettanti cantieri, per un importo di 1,7 miliardi di euro. Sono quasi il doppio di quelle approvate nel 2020 (2.657 domande), e rappresentano quasi la metà di quelle approvate dall’avvio della ricostruzione a oggi (11.830, per un importo complessivo di 3,4 miliardi di euro).

Le erogazioni effettive dei fondi sulla base dello stato di avanzamento dei lavori di ricostruzione sono ammontate, tra gennaio e novembre, a 762 milioni di euro, oltre la metà delle erogazioni complessive dall’avvio della ricostruzione, pari a 1,47 miliardi di euro.

Nel corso dell’anno i cantieri ultimati sono stati 2.185, ed hanno riguardato circa 5 mila unità immobiliari, permettendo il rientro negli immobili di altrettante famiglie. Dall’avvio della ricostruzione i cantieri che hanno terminato i lavori sono 5.879, con la riconsegna di circa 15 mila unità immobiliari. I cantieri attualmente in fase di lavorazione sono 5.888 e riguardano altre 15 mila abitazioni o siti produttivi.

Se il censimento dopo il sisma indicava 80 mila edifici inagibili sulla base di schede Aedes e Fast (un dato in eccesso, perché riguarda ad esempio anche immobili che non avrebbero diritto al contributo), le prenotazioni delle domande appena raccolte hanno evidenziato la volontà dei cittadini di ricostruire o riparare poco più di 60 mila edifici (con un costo stimato di circa 20 miliardi di euro).

Le domande di ricostruzione presentate alla fine di novembre sono 21.465, un terzo di quelle realisticamente attese. Dopo il fortissimo incremento del 2020 dovuto alla scadenza del termine per i danni lievi (l’anno scorso sono state presentate circa 7.500 nuove istanze), nel 2021 sono state presentate 1.897 domande, con un rallentamento progressivo nel corso dell’anno, riflettendo le sempre più difficili condizioni del mercato nazionale dell’edilizia, prima saturato dal numero sempre crescente dei lavori legati al solo Superbonus 110% e poi quasi bloccato dall’impennata dei prezzi di molti prodotti essenziali.

 

RCR al 30 Novembre 2021

 

 

La ricostruzione pubblica, d’altra parte, fa segnare buoni progressi. Le erogazioni di spesa a favore dei soggetti attuatori degli interventi sono raddoppiate nel corso di quest’anno, passando da 250 ad oltre 500 milioni di euro. Sono aumentate significativamente le spese per le opere pubbliche in senso stretto, anche grazie all’adozione delle Ordinanze speciali per la ricostruzione dei comuni più colpiti. Nel corso dell’anno ne sono state approvate 27, e prevedono lavori in deroga per 743 milioni di euro, buona parte dei quali già in fase di realizzazione.

L’ultima Cabina di Coordinamento del 2020 ha inoltre approvato una maxi Ordinanza Speciale per la ricostruzione e la riparazione di tutte le residue scuole delle quattro regioni colpite dal sisma che necessitavano di interventi. L’Ordinanza sarà emanata entro la fine dell’anno e riguarderà 189 nuovi edifici scolastici e l’integrazione delle risorse per altri 80 istituti già finanziati.

Nuovi termini e prime scadenze per i danni gravi

L’ultima Ordinanza del 2021. Che sarà firmata il 30 dicembre, dopo l’approvazione formale della Legge di Bilancio, sposta la data ultima per la presentazione delle richieste di contributo per i danni gravi al 31 dicembre del 2022, ovvero all’attuale termine di vigenza dello stato di emergenza, ma per la prima volta stabilisce una scadenza nel corso dell’anno e ne prefigura altre per particolari categorie di edifici, da definire con successive Ordinanze.

Per accelerare il rientro dei residenti nelle loro abitazioni, rivitalizzare i centri storici, e al tempo stesso assicurare l’efficienza economica dell’azione amministrativa, intanto, i cittadini che beneficiano del Cas e altre forme di assistenza, ad eccezione di chi ha un impedimento oggettivo, saranno tenuti a presentare la richiesta di contributo entro il 30 giugno del 2022, pena la sospensione degli stessi benefici fino al momento di presentazione dell’istanza. La disposizione è stata concordata con il Dipartimento della Protezione Civile, che assumerà le decisioni di sua competenza. I titolari delle varie forme di assistenza che non hanno ancora presentato la richiesta di contributo di ricostruzione, secondo i dati in possesso della struttura commissariale sono tra 7 e 8 mila.

Fondo PNRR aree sisma, attivati 1,78 miliardi di investimenti

Il Fondo complementare al PNRR destinato alle aree del sisma 2016 e 2009 può contare su un miliardo e 780 milioni di euro ed è l’unica misura con un carattere territoriale prevista nel Piano nazionale. La ragione di questa scelta va ricercata nella assoluta necessità di coniugare la ricostruzione materiale dell’Appennino centrale con un sostegno allo sviluppo sociale ed economico di un’area già in crisi prima del sisma, cui si è aggiunta la pandemia, e dove il ripristino del preesistente, per quanto fondamentale, non basterebbe a invertire il declino socioeconomico. Il Fondo viene gestito tramite Ordinanze del Commissario Straordinario alla Ricostruzione 2016 Giovanni Legnini, previa intesa della Cabina di coordinamento integrata dove partecipano Casa Italia, le quattro regioni, la Struttura di missione dell’Aquila 2009 e i sindaci, da lui presieduta.

Il Pnrr per le aree sisma tenta di rispondere a necessità storiche, che in alcuni casi dopo la crisi pandemica sono diventate vere e proprie emergenze, come l’assenza delle connessioni digitali, che ha reso difficili lo smart working e l’insegnamento a distanza. Il fondo è diviso in due linee di intervento.

La prima, la Misura A, è destinata a “Città e territori sicuri, sostenibili e connessi” ed ha una dotazione di un miliardo e 80 milioni di euro, che si aggiungono a quelli stanziati dalle misure generali del Pnrr nazionale. Finanzia  il piano per la digitalizzazione delle aree del cratere, la sostenibilità ambientale, dunque incentivi alla produzione di energia rinnovabile, all’efficienza energetica degli edifici pubblici, alla creazione delle comunità energetiche locali, la mobilità sostenibile, ad esempio con il finanziamento del treno a idrogeno tra Terni e Sulmona, la riqualificazione delle stazioni, il miglioramento della viabilità sulle strade statali e comunali. Vengono creati la Scuola Superiore della Pubblica amministrazione e il Centro nazionale del Servizio civile universale a L’Aquila, finanziati la rigenerazione urbana di tutti i comuni compresi nei territori del cratere, cammini, impianti sportivi e rifunzionalizzazione delle soluzioni abitative di emergenza, creati nuovi depositi per la conservazione e restauro dei beni culturali recuperati dal sisma. (localizzati a Spoleto, Camerino, Rieti e L’Aquila).

Tutte le quattro linee di intervento previste dalla sono state attuate con specifiche Ordinanze del Commissario Straordinario firmate tra il 17 ed il 23 dicembre, nel pieno rispetto dei tempi previsti dalla normativa sul Pnrr, che prevedono la realizzazione di tutte le opere finanziate entro il 2026.

Mentre la Misura A è rivolta a soggetti pubblici, la Misura B è pensata per sostenere principalmente i privati, che siano imprese, atenei o realtà del terzo settore. Il 30 dicembre si terrà l’ultima Cabina integrata di coordinamento per approvare 700 milioni di progetti che si declineranno in bandi pubblicati all’inizio del 2022. Con queste risorse si finanziano quattro linee di intervento: 380 milioni sono destinati al sostegno agli investimenti delle imprese, articolati in diverse modalità di intervento a seconda della dimensione dell’investimento; 180 milioni per interventi relativi a soggetti pubblici e privati nei settori del turismo, cultura, sport e inclusione; 60 milioni per sostenere l’acquisto di macchinari per il riutilizzo delle macerie,  creare associazioni fondiarie e realizzare piattaforme tecnologiche per la gestione delle risorse agricole e boschive in disuso o abbandono;  80 milioni, infine, andranno per la creazione della Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione e agli atenei delle quattro regioni per creare centri di ricerca per l’innovazione, legati a particolari vocazioni territoriali e organizzati secondo una logica “hub e spoke”. I centri di riferimento territoriali saranno localizzati a Rieti (Economia circolare e salute), Camerino (Scienze e tecniche della ricostruzione), Perugia (Digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale) e Teramo (Ricerca agroalimentare).

I dettagli degli interventi già approvati

Misura A.1 – Dal divario digitale all’Appennino “laboratorio intelligente” – 170 mln €

Le aree colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 sono tra le meno “connesse” del Paese. La conformazione del territorio, in gran parte montuoso, la scarsa presenza di grandi insediamenti urbani, il progressivo spopolamento, hanno ostacolato lo sviluppo della banda larga in questi territori. Uno degli interventi più importanti finanziati con il Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma sarà proprio l’innovazione digitale dell’Appennino centrale che, sfruttando una maxi rete di sensori, diventerà un laboratorio per l’applicazione pratica dei nuovi sistemi di gestione del territorio, dalla prevenzione e sicurezza sismica, all’ambiente, ai servizi per i cittadini.

La Misura A1 del Fondo stanzia 170 milioni di euro per potenziare innanzitutto gli impianti di base, con la realizzazione e l’integrazione di infrastrutture a banda larga e ultralarga con un network di oltre 20 mila punti di accesso WiFi, per consentire l’accesso veloce a Internet a cittadini, imprese ed amministrazioni pubbliche. La realizzazione dell’intervento, che sarà complementare a quelli già avviati dai singoli comuni e dalle Regioni, viene affidata ad Invitalia, che potrà avvalersi della controllata Infratel, e costerà 22 milioni di euro.

La parte più consistente delle risorse di questa misura, 145 milioni di euro, sarà assorbita dalla realizzazione dell’infrastruttura e dei sistemi di gestione dei servizi, grazie alle nuove tecnologie dell’IoT, l’internet delle cose, e dei sistemi di “blockchain”. Si prevede in particolare, l’installazione di 17 mila sensori negli immobili pubblici, nelle infrastrutture strategiche, e negli edifici che si stanno ricostruendo dopo il sisma.

Diventeranno strutture “parlanti”, in grado di comunicare in tempo reale i dati rilevati, utili per il monitoraggio sismico, per quello delle infrastrutture strategiche a fini di sicurezza e prevenzione, per il controllo delle macerie e dei rifiuti urbani, della qualità dell’aria e dell’acqua, per la gestione della mobilità, il controllo dei corsi d’acqua, il coordinamento delle reti elettrica e termina, la revisione delle tecnologie usate per il catasto, la riorganizzazione dei beni culturali, ed anche per il controllo dell’organizzazione dei cantieri della ricostruzione, per verificare il rispetto delle regole sul lavoro. I sensori trasmetteranno i dati ai terminali, dotati di sistemi telematici di gestione dei servizi, che saranno a disposizione delle autorità competenti, a cominciare dai Comuni. Anche questo intervento viene affidato a Invitalia, attraverso un’apposita convenzione.

Il pacchetto stanzia infine 3 milioni di euro per la realizzazione di un Sistema Informativo territoriale telematico, affidato a Fintecna, per sfruttare appieno tutti i nuovi dati che vengono raccolti e mettere a sistema le banche dati esistenti. Un Sistema Informativo Territoriale può svolgere una funzione strategica nell’ambito delle attività di programmazione, per gestire le norme e a supporto delle strategie decisionali, pianificare la gestione del territorio, coordinare gli interventi, a monitorare l’ambiente, salvaguardare e conservare il patrimonio artistico-culturale-naturale, analizzare il territorio, produrre cartografie e sviluppare modelli (simulazioni, distribuzioni).

Misura A.2  Edifici pubblici, e non solo, a impatto zero – 293 mln €

La Misura A.2 del Fondo complementare stanzia 268 milioni per l’efficienza energetica, uno degli obiettivi primari del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per una serie di interventi che, riducendo sensibilmente i consumi di energia da fonti non rinnovabili, contribuiranno a raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale fissati dall’Unione Europea e dalle organizzazioni internazionali.

Il primo intervento, che vale 100 milioni di euro, riguarda l’efficientamento energetico, la rifunzionalizzazione e la mitigazione delle vulnerabilità sismiche degli edifici di proprietà del Demanio e dei Comuni. Sono stati individuati circa 180 immobili pubblici da ristrutturare nelle quattro regioni del cratere 2016 e nel cratere 2009 dell’Aquila, come le sedi municipali, case di riposo, edifici che ospitavano scuole, caserme ed ospedali, palestre, mattatoi, castelli, molti dei quali da riqualificare anche dal punto di vista dell’utilizzo.

Altri 60 milioni di euro sono stati destinati al progetto di realizzazione, all’Aquila, del Centro Nazionale del Servizio Civile Universale, destinato all’accoglienza, alla residenza e alle attività di formazione dei docenti e dei formatori, che a regime accoglierà 2.500 volontari, formati per le attività di servizio al territorio. Il piano si coniuga con il processo di rigenerazione e rivitalizzazione urbana, sociale e culturale della Città dell’Aquila, e si basa sul riutilizzo e la rifunzionalizzazione delle abitazioni di emergenza realizzate dopo il sisma 2009 (Progetto C.A.S.E.) e del complessivo patrimonio immobiliare comunale.

Ci sono, poi, altri 63 milioni di euro per la creazione di nuovi impianti di produzione di energia pulita e il sostegno allo sviluppo delle comunità energetiche locali, un sistema grazie al quale i cittadini possono condividere l’uso dell’energia pulita prodotta da ciascuno di loro essenzialmente con i pannelli fotovoltaici.

Al GSE, il Gestore del Servizio Elettrico Nazionale, sono affidate le analisi, gli studi e le attività di indagine necessarie per la redazione di uno o più bandi per l’assegnazione delle risorse economiche oggetto della misura a soggetti pubblici o privati per pianificare, progettare e realizzare nuovi impianti a fonti rinnovabili, anche abbinati a interventi di efficienza energetica grazie alla condivisione dell’energia elettrica o termica. Il GSE fornirà anche il supporto tecnico e giuridico ai territori per la creazione delle comunità energetiche locali, anche nell’ottica delle reti tra comunità energetiche, per la condivisione dell’energia elettrica da fonti pulite. Ciò, a vantaggio di cittadini e imprese nei comuni al di sopra dei 5.000 abitanti, alle associazioni di comuni e, per i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti integrando gli interventi per le comunità energetiche previsti e finanziati dal PNRR nazionale attraverso costanti interfacciamenti con il Ministero della transizione ecologica.

I bandi, che saranno pubblicati nel corso del primo semestre del 2022, copriranno in tutto o in parte le spese di investimento per la realizzazione degli impianti e la costituzione anche sul piano giuridico delle configurazioni di condivisione dell’energia, inclusi i costi connessi agli studi di fattibilità. L’affidamento include anche le analisi del territorio finalizzate a verificare la sostenibilità economica ed ambientale dell’installazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica e termica da rinnovabili, come le condizioni per realizzare mini centrali idroelettriche, installare pensiline fotovoltaiche in aree parcheggio di zone industriali o di centri commerciali, turbine eoliche, impianti di geotermia.

Misura A.3 – Rigenerazione urbana e territoriale – 325 mln €

La misura A.3 ha a disposizione 325 milioni di euro ed è articolata in tre linee di intervento, che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità di servizi, spazi e sottoservizi dei Comuni, (la cosiddetta rigenerazione urbana) oltre che di implementare l’offerta culturale e turistica sotto vari profili: ad esempio finanziando i cammini, la creazione di Depositi per i beni culturali e progetti di rifunzionalizzazione delle SAE inutilizzate.

La prima linea è dedicata alla Rigenerazione urbana stanzia una prima tranche di risorse con 200 milioni di euro per i progetti proposti dai Comuni dei due crateri, che saranno successivamente integrati, sulla base del danno da sisma, con 300 milioni per il 2009 (fondi della Struttura di missione) e con 400 milioni della contabilità speciale del Commissario per il sisma 2016.

La tipologia di intervento varia da Comune a Comune, dato che le amministrazioni locali hanno avuto la possibilità di proporre progetti a seconda della propria necessità, anche se in molti casi si tratta di recupero o creazione di aree verdi, di rinnovamento di arredi urbani e pavimentazioni, del recupero di edifici e della creazione di snodi per incrementare la cosiddetta mobilità dolce, che si tratti di nuovi camminamenti nei centri storici o di parcheggi di snodo.

Alla base dell’ammissibilità dei progetti (che vanno dall’impianto di risalita meccanizzato per collegare il centro storico di Acquasanta alla zona termale, fino alla riqualificazione urbana e infrastrutturale di aree o intere frazioni (come a Visso e Spoleto), passando per il recupero di un ex depuratore (Amatrice) o di antichi castelli come a Caldarola), ci sono il principio di ecologia e la proprietà pubblica (o in fase di acquisizione al patrimonio pubblico) dei luoghi oggetto di investimento.

La seconda linea di intervento assegna circa 38 milioni di euro per la realizzazione di tre centri per il deposito ed il restauro dei beni culturali recuperati dal sisma, e per i Musei dell’Aquila.  Il deposito per il Lazio sarà realizzato a Rieti, per un importo complessivo di 9,77 milioni di euro; per l’Umbria la sede sarà il comune di Spoleto, con un investimento di 9,75 milioni, per le Marche si è scelta la sede nel territorio di Camerino, finanziata con 9,9 milioni. In Abruzzo si interverrà sul castello cinquecentesco de L’Aquila con 8 milioni, mentre il Comune de L’Aquila realizzerà con 2 milioni il ‘Museo interattivo della Perdonanza Celestiniana’.

L’ultima linea di intervento ha a disposizione 100 milioni per l’implementazione di cammini culturali, tematici e storici; interventi di rifunzionalizzazione delle Soluzioni abitative di emergenza (Sae) per fini turistici, nel momento in cui saranno lasciate dagli attuali occupanti e, infine, per interventi di ammodernamento e messa in sicurezza di impianti sportivi, ricreativi e di risalita.

Gli elenchi degli interventi sono stati proposti dalle Regioni anche in base alle particolari vocazioni del territorio e in un’ottica di sistema che abbracci il turismo legato alla montagna e allo sci ed il turismo lento, che attraversa borghi e natura in tutte le stagioni dell’anno, a piedi o in bicicletta. Percorsi diversi tra loro ma comunque interconnessi e con l’obiettivo di creare nuove occasioni di lavoro e di sviluppo sia per chi abita già in queste zone sia per chi vorrebbe trasferirsi in futuro.

Misura A.4 – Infrastrutture e mobilità – 335 mln €

Le zone dell’Appennino centrale hanno sofferto storicamente di una carenza di collegamenti, dovuta anche alla particolare configurazione del territorio, attraversato dalle montagne che separano nettamente regioni, vallate e comuni. La Misura 4 dedicata a “Infrastrutture e mobilità” nasce dall’esigenza, rappresentata da Regioni e sindaci, di intervenire a più livelli sia sulle strade comunali e statali che sulla rete ferroviaria (stazioni comprese), cogliendo l’occasione per mettere in campo le tecnologie più recenti che consentono un minore impatto ambientale e una possibilità di sviluppare nuove fonti energetiche verdi sul territorio.

Tra le prime due Ordinanze attuative firmate il 17 dicembre c’è proprio quella dedicata al potenziamento e la riqualificazione delle principali stazioni ferroviarie del cratere sismico, per un importo di 33,5 milioni di euro. Rete Ferroviaria Italiana, che investirà con propri fondi altri 18,3 milioni di euro, dovrà eseguire gli interventi. I lavori di miglioramento riguarderanno le stazioni di Teramo, L’Aquila, Ascoli Piceno, Fabriano, Macerata, Tolentino e Tolentino Campus, Rieti, Antrodoco, Spoleto e Baiano di Spoleto.

Per le strade statali che attraversano le quattro regioni sono stati stanziati 177 milioni di euro, 140 dei quali per l’esecuzione dei lavori e 37 per la progettazione di nuovi interventi. Questi ultimi, grazie all’intesa raggiunta con il Ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, saranno finanziati con rilevanti risorse aggiuntive nell’ambito del nuovo contratto di programma con l’ANAS, che è il soggetto attuatore delle opere di ripristino della rete stradale dopo il sisma. I primi cantieri riguarderanno la SS 4 Salaria, la SS 260 Picente tra L’Aquila e Amatrice, la SS 78 tra Belforte, Sarnano e Amandola, la SS 210 Amandola-Servigliano, la SS 685 Tre Valli Umbre tra Borgo Cerreto e Vallo di Nera. Gli interventi in progettazione riguardano invece altri tratti della Picente e della SS 78, il collegamento tra Teramo e Ascoli, la Tre Valli Umbre tra Spoleto e Acquasparta.

Un altro intervento, previsto dall’Ordinanza già firmata il 20 dicembre, riguarda il treno a idrogeno, a zero impatto ambientale, nella tratta tra Terni, Rieti, L’Aquila e Sulmona. Il progetto, che prevede anche la realizzazione di tre impianti in Lazio, Umbria e Abruzzo per la produzione di idrogeno “green” destinato al treno, ma anche all’alimentazione del trasporto locale ed extraurbano su gomma, fondi per la progettazione e per l’acquisto del materiale rotabile, è finanziato con 50 milioni di euro. A questi si aggiungeranno altri 59 milioni di euro dal bilancio del Ministero delle Infrastrutture, per l’acquisto di nuovi treni a idrogeno, grazie all’intesa con il ministro Enrico Giovannini, che ha sostenuto il progetto, insieme a Rete Ferroviaria Italiana, Rfi sia per l’impatto positivo sull’ambiente, che per la riduzione dei tempi di intervento per il miglioramento della tratta, che avrebbe dovuto essere elettrificata. Per il collegamento ferroviario a idrogeno, affidato a Rete Ferroviaria Italiana, è prevista la messa in esercizio nel 2027. La linea Terni-Sulmona, che passa per Rieti e L’Aquila, è un’importante dorsale tra Lazio, Umbria ed Abruzzo e si snoda per un percorso di 163 km, a binario semplice e operata da locomotori a trazione diesel. La realizzazione del collegamento a idrogeno permetterà, oltre all’abbattimento totale delle emissioni inquinanti, un consistente rafforzamento dell’offerta di trasporto sulla tratta Terni-Sulmona, e completa gli interventi per la mobilità ferroviaria nei territori del cratere sisma già previsti dal PNRR nazionale con il rafforzamento dei collegamenti Orte-Falconara e Roma-Pescara. Ci sono, infine, altri 60 milioni di euro per la sistemazione ed il miglioramento della rete delle strade comunali all’interno dei due crateri, sulla base degli elenchi trasmessi dalle Regioni e che saranno attuati in gran parte dai comuni interessati.