Misura A.1 – Dal divario digitale all’Appennino “laboratorio intelligente” – 170 mln €
Le aree colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 sono tra le meno “connesse” del Paese. La conformazione del territorio, in gran parte montuoso, la scarsa presenza di grandi insediamenti urbani, il progressivo spopolamento, hanno ostacolato lo sviluppo della banda larga in questi territori. Uno degli interventi più importanti finanziati con il Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma sarà proprio l’innovazione digitale dell’Appennino centrale che, sfruttando una maxi rete di sensori, diventerà un laboratorio per l’applicazione pratica dei nuovi sistemi di gestione del territorio, dalla prevenzione e sicurezza sismica, all’ambiente, ai servizi per i cittadini.
La Misura A1 del Fondo stanzia 170 milioni di euro per potenziare innanzitutto gli impianti di base, con la realizzazione e l’integrazione di infrastrutture a banda larga e ultralarga con un network di oltre 20 mila punti di accesso WiFi, per consentire l’accesso veloce a Internet a cittadini, imprese ed amministrazioni pubbliche. La realizzazione dell’intervento, che sarà complementare a quelli già avviati dai singoli comuni e dalle Regioni, viene affidata ad Invitalia, che potrà avvalersi della controllata Infratel, e costerà 22 milioni di euro.
La parte più consistente delle risorse di questa misura, 145 milioni di euro, sarà assorbita dalla realizzazione dell’infrastruttura e dei sistemi di gestione dei servizi, grazie alle nuove tecnologie dell’IoT, l’internet delle cose, e dei sistemi di “blockchain”. Si prevede in particolare, l’installazione di 17 mila sensori negli immobili pubblici, nelle infrastrutture strategiche, e negli edifici che si stanno ricostruendo dopo il sisma.
Diventeranno strutture “parlanti”, in grado di comunicare in tempo reale i dati rilevati, utili per il monitoraggio sismico, per quello delle infrastrutture strategiche a fini di sicurezza e prevenzione, per il controllo delle macerie e dei rifiuti urbani, della qualità dell’aria e dell’acqua, per la gestione della mobilità, il controllo dei corsi d’acqua, il coordinamento delle reti elettrica e termina, la revisione delle tecnologie usate per il catasto, la riorganizzazione dei beni culturali, ed anche per il controllo dell’organizzazione dei cantieri della ricostruzione, per verificare il rispetto delle regole sul lavoro. I sensori trasmetteranno i dati ai terminali, dotati di sistemi telematici di gestione dei servizi, che saranno a disposizione delle autorità competenti, a cominciare dai Comuni. Anche questo intervento viene affidato a Invitalia, attraverso un’apposita convenzione.
Il pacchetto stanzia infine 3 milioni di euro per la realizzazione di un Sistema Informativo territoriale telematico, affidato a Fintecna, per sfruttare appieno tutti i nuovi dati che vengono raccolti e mettere a sistema le banche dati esistenti. Un Sistema Informativo Territoriale può svolgere una funzione strategica nell’ambito delle attività di programmazione, per gestire le norme e a supporto delle strategie decisionali, pianificare la gestione del territorio, coordinare gli interventi, a monitorare l’ambiente, salvaguardare e conservare il patrimonio artistico-culturale-naturale, analizzare il territorio, produrre cartografie e sviluppare modelli (simulazioni, distribuzioni).