Valfornace, verso la cantierizzazione per il recupero della Chiesa della Madonna del Rosario

E’ previsto nelle prossime settimane il sopralluogo dell’impresa e poi a gennaio l’avvio dei lavori per la Chiesa della Madonna del Rosario, a Valfornace, al centro di Pievebovigliana.

Con il decreto n. 974 del 5 novembre 2025, la Struttura commissariale sisma 2016 dà seguito all’ok della Conferenza permanente relativa all’intervento per il recupero di questo edificio di culto in uno dei paesi del Maceratese tra i più colpiti dal sisma del 2016. Assegnate le risorse per l’intervento avrà un valore complessivo di 886.586,83 euro. Il soggetto attuatore è l’’Arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche

“La Madonna del Rosario è una chiesa molto cara alla comunità di Pievebovigliana, nel comune di Valfornace – dichiara il Commissario Straordinario per la ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli –. Ogni progetto approvato rappresenta un tassello concreto nella ricostruzione dei nostri borghi e dei luoghi della fede, che sono il cuore pulsante delle comunità dell’entroterra”.

“Finalmente una bella notizia per questa comunità che avrà un luogo di fede e di recupero della propria identità. Condivido questa gioia con tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo così tanto desiderato dalla comunità” afferma l’Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, Mons. Francesco Massara.

La chiesa, punto di riferimento storico e spirituale del territorio, sarà oggetto di interventi di miglioramento sismico e riparazione dei danni che garantiranno la sicurezza strutturale e la conservazione del suo valore architettonico e devozionale.

La Chiesa della Madonna del Rosario costituisce un importante riferimento storico e spirituale per la comunità. Un’epigrafe lapidea ricorda l’esistenza del luogo di culto già nel 1600, ma la sua origine è probabilmente più antica.

La Chiesa è anche uno scrigno di tesori d’arte da valorizzare: all’interno sono presenti tre altari a parete di notevoli dimensioni, riccamente decorati. L’altare maggiore custodiva la pala d’altare di Domenico Luigi Valeri (Jesi, 1701 – Camerino, 1770), raffigurante la Madonna col Bambino tra Sant’Anna, San Giovanni Battista e San Carlo Borromeo, mentre

un affresco seicentesco ritrae il Crocifisso tra San Francesco e Sant’Agostino.

Approvato il progetto esecutivo per il risanamento della Chiesa del Cimitero di Chiaravalle

L’Ufficio Speciale Ricostruzione ha approvato il progetto esecutivo relativo al risanamento conservativo e alla riparazione della chiesa del cimitero di Chiaravalle (An), autorizzando e concedendo un contributo di 320.000 euro, come previsto dall’ordinanza commissariale 137 del 2023.

L’intervento ha l’obiettivo di riparare i danni causati dal sisma del 2016/2017 e restituire piena agibilità alla chiesa, nel rispetto dei vincoli storici e paesaggistici.

«Restituire piena funzionalità e sicurezza a edifici storici come la chiesa del cimitero di Chiaravalle significa non solo riparare i danni del sisma, ma preservare la memoria e l’identità delle nostre comunità – spiega il commissario Guido Castelli -. Grazie alle ordinanze speciali e alla collaborazione con l’Ufficio Speciale Ricostruzione, possiamo garantire interventi rapidi e rispettosi dei vincoli paesaggistici e architettonici, ringrazio anche il Comune e la Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli».

Le opere previste comprendono il consolidamento delle strutture orizzontali e verticali con tecniche compatibili con la natura storica dell’edificio. Si interverrà con cordoli sommitali in Frcm, rinforzo delle travi in legno mediante cerchiature in acciaio, inserimento di catene metalliche e rinforzo estradossale dei controsoffitti in cannucciato con fasce in Cfrp.

Sono inoltre previsti interventi di risarcitura delle lesioni e ripresa delle murature con il metodo “cuci-scuci”, chiusura di nicchie con mattoni pieni, consolidamento delle pareti e confinamento delle colonne con sistemi Frcm, cerchiatura di aperture con profili in acciaio, cuciture radiali degli archi e rinforzi puntuali sui pilastri del porticato. Le tinteggiature interne ed esterne saranno realizzate con materiali e colori assimilabili agli originali, come richiesto dal nulla osta paesaggistico.

 

Italiani all’estero: la flat tax misura strategica sostenuta da Menia, Castelli e il CGIE

Borghi immersi nella natura, ricchi di storia e cultura, che offrono un’alta qualità della vita. Un patrimonio, quello compreso all’interno del cratere sisma 2016, nell’Appennino centrale, che merita di essere valorizzato: anche attraverso la flat tax.

È stato questo il tema della conferenza stampa dal titolo “Tornare in Italia conviene, dalla flat tax a una politica nazionale per il rientro.  Borghi e nuove economie”, che si è tenuta al Senato, presso la sala Caduti di Nassyria. All’appuntamento sono intervenuti il Senatore Roberto Menia, Responsabile dipartimento Italiani nel mondo di Fratelli d’Italia; Guido Castelli, Commissario Straordinario al sisma 2016 e Giuseppe Stabile, Vicesegretario Generale del Cgie (per l’Europa e l’Africa del Nord).

La flat tax al 7% è uno strumento fiscale, già attivo nel nostro Paese, dedicato ai cittadini pensionati residenti all’estero da almeno 5 anni, percettori di un reddito da pensione da un soggetto straniero, che vogliono venire a vivere dell’Appennino centrale. Una misura che può diventare un volano per i quei territori, dal momento che è stata pensata per contrastare lo spopolamento e attrarre nuove energie, soprattutto tra i nostri connazionali all’estero. Una leva di crescita e rilancio utile e funzionale per quella vasta area, rappresentata dal cratere sisma 2016, che ha una superficie di circa 8 mila chilometri quadrati, è compresa tra le regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria ed è composta da 138 comuni. Al fine di promuovere la diffusione di questo strumento, in particolare presso la vasta platea dei cittadini italiani all’estero, già lo scorso mese di aprile era stato siglato un Protocollo d’intesa tra il Commissario Castelli, e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Quello di oggi è stato un nuovo, ulteriore, appuntamento teso a consolidare l’impegno assunto.

Dichiarazione del Commissario Guido Castelli: “La flat tax rappresenta un importante tassello nell’ambito di quella strategia di riparazione economica e sociale che stiamo mettendo in campo grazie alla stretta collaborazione con il Governo, le Regioni e i Comuni. Al fine di rivolgerci alla vasta rete di comunità degli italiani residenti all’estero, che rappresenta un patrimonio per il nostro Paese, la collaborazione con il CGIE è assolutamente funzionale e strategica. Altrettanto importante è il sostegno del Senatore Menia, la cui esperienza e conoscenza di queste tematiche rappresenta un valore aggiunto di cui ci possiamo avvalere per sostenere al meglio questo strumento. L’Appennino centrale custodisce un patrimonio, frutto dell’opera della natura e dell’uomo, che non ha eguali. Valorizzare questo potenziale è un nostro dovere nella consapevolezza che, sotto il profilo della qualità della vita, questi territori offrono standard di assoluto livello”.

Dichiarazione del Senatore Roberto Menia: “Si tratta di un’iniziativa lodevole che sostengo e incoraggio con convinzione. L’obiettivo mio, del mio partito e del Governo e quello di promuovere e facilitare il ritorno dei cittadini di origine italiana nel nostro Paese e, in particolare, in quei borghi di cui si parla oggi. Nella consapevolezza del quadro italiano attuale, che vede un progressivo invecchiamento della popolazione e lo spopolamento di molte aree interne, strumenti come la Flat Tax si aggiungono alle azioni di contrasto che stiamo adottando, anche attraverso la Legge di bilancio. Stare al fianco delle nostre famiglie e riportare in Italia persone che hanno origini e valori comuni sono due facce della stessa strategia”.

Dichiarazione del Vicesegretario Generale del Cgie, Roberto Stabile: “Strumenti come la flat tax al 7% per chi percepisce pensioni estere dimostrano un modello virtuoso che può diventare nazionale. La rinascita locale è l’infrastruttura di quella nazionale: ripopolare i territori con persone e attraverso adeguati investimenti significa rivitalizzare il Paese, rafforzare l’economia, ampliare la base fiscale e aumentare la domanda di servizi. La parola chiave è capillarità: ogni persona che lascia l’Italia porta con sé un frammento del Paese e ogni ritorno è una ricchezza. Plaudo all’impegno del Commissario Castelli, che ringrazio: insieme continueremo a lavorare per il bene dei territori e dei nostri connazionali nel mondo”.

Spoleto, fondi per la Scuola dell’infanzia “Prato Fiorito”

In base all’Ordinanza Speciale 31 del 31 dicembre 2021 “Programma Straordinario di Ricostruzione e definizione delle modalità di attuazione degli interventi finalizzati al recupero delle strutture scolastiche dei Comuni delle regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria” sono stati trasferiti 240.000,00 euro a favore dei lavori  alla Scuola dell’infanzia Prato Fiorito” (ex San Carlo) a Spoleto (PG). La somma appena trasferita fa parte del totale previsto che ammonta a 1.200.000,00 euro. La Scuola dell’Infanzia Prato Fiorito è temporaneamente ubicata presso il Nido Comunale di Villa Redenta ed è costituita da tre sezioni.

“E’ fondamentale proseguire su questa strada, che è quella della tutela delle future generazioni, che devono usufruire di strutture sicure ed efficienti – dichiara il commissario straordinario sisma 2016 Guido Castelli – C’è bisogno di scuole, attive e vive, che sono la prima vera garanzia di rinascita, senza lasciare indietro nessun bambino. Per la loro essenziale collaborazione ringrazio il presidente della Regione Stefania Proietti, l’Ufficio ricostruzione Umbria e il sindaco Andrea Sisti”.

Ascoli, ok al progetto di fattibilità tecnico-economica per l’adeguamento sismico dell’Ipsia “Sacconi”

La Conferenza Regionale ha dato il via libera al progetto di fattibilità tecnico-economica per i lavori di adeguamento sismico di una porzione dell’Istituto di Istruzione Superiore Ipsia “G. Sacconi”, situato in via Dino Angelini ad Ascoli Piceno. Il quadro tecnico-economico ammonta a 3.440.000 euro.

«Con questo passaggio, l’intervento potrà entrare nella fase operativa, segnando un passo importante per la sicurezza e la funzionalità di una delle principali scuole tecniche della città – spiega il commissario alla ricostruzione Guido Castelli -. Ringrazio la forte collaborazione con i tecnici di Provincia, Ufficio Speciale Ricostruzione e con la Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli: la ricostruzione passa soprattutto dal fare squadra sempre e comunque, per il bene delle comunità dell’Appennino colpito dal terremoto e del loro futuro».

Il complesso scolastico, di proprietà della Provincia, è composto da più corpi di fabbrica realizzati in epoche diverse. Le verifiche tecniche hanno evidenziato criticità strutturali significative, come il sottodimensionamento degli elementi in cemento armato, il rischio di ribaltamento delle tamponature e la carenza di connessioni murarie.

Per risolvere queste problematiche, il progetto prevede interventi mirati sull’ala est e sull’ala sud dell’edificio. Nel primo caso si procederà al confinamento dei pilastri e dei nodi esterni, all’incamiciatura con armature integrative e all’installazione di sistemi antiribaltamento per tamponature e divisori. Nell’ala sud, invece, è prevista la sostituzione del sistema strutturale interno, la realizzazione di cordolature, il consolidamento delle murature con intonaco armato e tecnica “cuci-scuci”, oltre all’inserimento di controventi in acciaio.

Via libera alla ricostruzione del teatro comunale di Pieve Torina: approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica da 8 milioni

La Conferenza Regionale ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per la ricostruzione del Teatro Comunale di Pieve Torina (Mc), gravemente danneggiato dal sisma del 2016 e demolito per motivi di sicurezza. L’intervento, inserito nel Programma straordinario di rigenerazione urbana previsto dall’Ordinanza 137 del 2023, rappresenta uno dei progetti più significativi per il rilancio culturale e sociale del territorio, il cui quadro economico ammonta a  8.120.000 euro.

«Con questo intervento, Pieve Torina si prepara a recuperare un presidio culturale fondamentale, trasformando una ferita del sisma in un’opportunità di rinascita urbana e sociale – spiega il commissario straordinario, Guido Castelli -. È proprio questa la nostra visione di ricostruzione, imperniata su un’idea di futuro condiviso capace di ripartire dopo avere sofferto le conseguenze di una tragedia così grande. Ringrazio ovviamente il lavoro svolto ogni giorno dai Comuni, dall’Ufficio Speciale Ricostruzione e dalla Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli».

“L’approvazione della fattibilità tecnico-economica del nuovo teatro è un ulteriore passo avanti nel segno della ricostruzione materiale e immateriale” sottolinea il sindaco, Alessandro Gentilucci. “Poter tornare a disporre di uno spazio di cultura, conoscenza e divertimento progettato secondo tecnologie innovative e sostenibili rappresenta un obiettivo fondamentale per la crescita di una comunità. Ringrazio il commissario straordinario Guido Castelli, il presidente della regione Francesco Acquaroli e l’Ufficio Speciale Ricostruzione per essersi adoperati affinché quest’opera venisse inserita nel programma di rigenerazione urbana del territorio».

Il nuovo teatro sorgerà in Piazza Salvo D’Acquisto, in prossimità dell’ex convento di Sant’Agostino, e sarà il fulcro di una più ampia riqualificazione urbana che comprende la sistemazione della piazza e il ripristino del muro del Parco Rodari.

L’edificio, progettato secondo la tipologia del “teatro all’italiana”, avrà una capienza di circa 200 posti e sarà caratterizzato da una sala a ferro di cavallo, palchetti su più ordini e una fossa orchestrale. Dal punto di vista architettonico, il progetto prevede due volumi distinti collegati da un foyer a tutta altezza, concepito come spazio di relazione tra interno ed esterno. I prospetti saranno rivestiti in pietra calcarea, mentre la torre scenica avrà un rivestimento in lamiera stirata color testa di moro, in armonia con le cromie del contesto storico.

L’intervento non si limita alla ricostruzione del teatro, ma punta a creare una nuova centralità urbana. La piazza sarà ridisegnata con percorsi pedonali, aree verdi e una fontana che richiama il “Percorso delle acque” del vicino torrente Sant’Angelo. La pavimentazione esterna proseguirà all’interno del foyer, garantendo continuità tra spazio pubblico e spazio culturale. Dal punto di vista impiantistico, il teatro sarà realizzato come edificio ad energia quasi zero, con sistemi di riscaldamento e raffrescamento ad alta efficienza, ventilazione meccanica controllata, impianto fotovoltaico e soluzioni per il recupero delle acque piovane.

Via libera al progetto di riparazione e rafforzamento locale della chiesa di San Filippo Neri a Montorio al Vomano

La Conferenza permanente ha dato il via libera al progetto di riparazione e rafforzamento locale della chiesa di San Filippo Neri a Montorio al Vomano (Te). L’edificio di culto risale al primo Settecento, quale rifacimento di una cappella eretta nel 1641. È stata oggetto di restauro sia negli anni Settanta/Ottanta del secolo scorso che nel 1997 in cui ristrutturazione ha interessato la torre campanaria. Sono previsti il rifacimento della copertura e realizzazione di un cordolo sommitale, il consolidamento del solaio del coro, il rinforzo e cuciture delle arcate, la riparazione e rinforzo delle volte a crociera, i intervento di scuci-cuci per il ripristino della continuità strutturale delle murature, la risarcitura delle lesioni diffuse e ripristino degli intonaci, i restauri di stucchi scollati all’intradosso delle volte e nei setti murari e ristabilimento dell’adesione mediante iniezioni di adesivi riempitivi, inclusi gli oneri relativi alla preparazione del prodotto. L’intervento ha un costo di 412.488,03 euro.

“Stiamo lavorando con forza per restituire tutte le nostre bellissime chiese ai nostri concittadini. E’ un lavoro difficile ma molto importante per tutto il territorio e lo stiamo facendo senza sosta- dichiara il commissario alla ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli- Ringrazio il presidente della Regione Marco Marsilio, il Vescovo Lorenzo Leuzzi, l’ufficio ricostruzione Abruzzo e il sindaco Fabio Altitonante per la loro collaborazione”.

Cellino Attanasio, approvato il progetto di riparazione e restauro della chiesa di San Biagio Vescovo e Martire in frazione Scorrano

La Conferenza permanente ha approvato il progetto di riparazione e restauro della chiesa di San Biagio Vescovo e Martire a Cellino Attanasio (Te) in frazione Scorrano.

Dalle informazioni storiche acquisite l’edificio, la cui prima edificazione risale agli anni tra il 1513 ed il 1525, era inizialmente destinato a fienile, solo in seguito fu modificato e consacrato al culto. Si può dedurre, supportati dagli esiti delle indagini strutturali e stratigrafiche eseguite che l’edificio ha subito consistenti variazioni per poter arrivare alla configurazione che osserviamo oggi. Tra le opere previste ci sono la rimozione dei tiranti longitudinali e trasversali esistenti e sostituzione con nuovi tiranti riposizionati in corrispondenza dei costoloni della volta, il consolidamento delle bucature mediante posizionamento di nuovi architravi, il  rafforzamento delle spallette e delle piattebande alla romana e/o archi in mattoni mediante interventi di scuci e cuci, la posa in opera di controtelaio strutturale in acciaio e collegamento alla muratura tramite perfori armati inghisati con malta epossidica bicomponente e posa in opera di infissi in ferro, il  consolidamento delle murature mediante iniezioni di legante idraulico, il  rinforzo e consolidamento della parete est lato interno mediante intonaco armato con rete in fibra di vetro, l’ancoraggio della facciata est alle murature longitudinali tramite perfori armati inghisati con malta epossidica bicomponente di lunghezza variabile e ripresa di lesioni, sarcitura, sigillatura e consolidamento di tratti di intonaco, cornici, paraste e apparati decorativi compreso di integrazione delle parti mancanti. Alla conferenza era presente il primo cittadino di Cellino Attanasio. Il costo dell’opera è di 438.404,99 euro.

Soddisfazione espressa dal commissario straordinario sisma 2016 Guido Castelli: “Il cambio di passo è stato fondamentale per mettere in sicurezza beni straordinari del nostro territorio come lo sono le chiese. Per farlo è fondamentale la sinergia tra le istituzioni e per questo ringrazio il presidente della Regione Marco Marsilio, l’Arcivescovo Tommaso Valentinetti, l’ufficio ricostruzione Abruzzo e il sindaco Giuseppe Del Papa”.

 

II cratere verso la legge di bilancio

I sindaci dei 138 Comuni del cratere del sisma 2016-2017 hanno incontrato questa mattina in video-call il Commissario straordinario per la ricostruzione e riparazione, senatore Guido Castelli. Un’occasione di “democrazia diretta” – come è prassi ormai nel modello di governance multilivello avviato nell’Appennino centrale colpito dal sisma – per raccogliere quesiti, dubbi e informazioni da parte dei rappresentanti degli Enti locali del territorio colpito dal terremoto di nove anni fa, alla vigilia della definizione della Legge di Bilancio 2026.

Il Commissario ha illustrato le principali misure previste per enti locali e imprese delle aree sisma contenute nella bozza di Legge di Bilancio 2026. Nella prevista proroga dello stato di emergenza e della gestione commissariale straordinaria, che comprende il rifinanziamento delle risorse per la gestione del Contributo del Disagio Abitativo (CDA) per i cittadini ancora domiciliati fuori delle loro case, ci sono molte misure che impattano sulle attività in corso, e che riguardano cittadini e imprese.

Si va dal rifinanziamento per il 2026 della Zona Franca Urbana Sisma centro Italia alla sospensione del pagamento dei mutui, dei finanziamenti delle attività economiche produttive e dei mutui prima casa (inagibile o distrutta), alla proroga dell’esenzione in favore delle utenze dell’energia elettrica, acqua e gas localizzate in zona rossa. Prorogata l’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo e di registro, per istanze, contratti e documenti della PA. Prorogata l’esenzione da lrpef e lres del reddito di fabbricati delle zone colpite dal sisma, distrutti o oggetto di ordinanze di sgombero, in quanto parzialmente o totalmente inagibili. Esenzione dal pagamento dell’imposta IMU per i fabbricati fino alla loro completa ricostruzione o agibilità. Proroga delle norme in tema di trasporto, conferimento e deposito rifiuti derivanti dal crollo degli edifici, nonché quelle per i materiali da scavo in siti di deposito temporaneo e intermedio. E proroga della possibilità di aumentare al 70% del quantitativo di rifiuti non pericolosi derivanti dall’attività di costruzione e demolizione.

Un’attenzione particolare è stata rivolta alla proroga per la rendicontazione del bonus 110% fino al 31 dicembre 2026 anche per le pratiche presentate prima del 30 marzo 2024. “Stiamo cercando uno strumento che consenta una contabilizzazione decennale delle detrazioni, per consentirne la fruibilità anche dove ci possono essere problemi di capienza fiscale” ha commentato Castelli.

Per quanto riguarda la gestione della ricostruzione, da parte degli Enti locali, Usr e Struttura Commissariale si va dal differimento del pagamento delle rate dei mutui concessi da Cassa depositi e prestiti ai Comuni colpiti dal sisma senza applicazioni di sanzioni e interessi, alla copertura finanziaria in favore dei Comuni per la compensazione delle minori entrate e dei maggiori costi per il servizio dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tari). E’ previsto il rifinanziamento delle convenzioni in essere con Invitalia e Fintecna per il supporto tecnico alla ricostruzione. Proroga o rinnovo fino al 31 dicembre 2026 in deroga per i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale in servizio presso gli Uffici speciali per la ricostruzione e presso gli altri enti ricompresi nel cratere del sisma 2016, nonché per i contratti di lavoro a tempo determinato di cui alle convenzioni con lnvitalia e Fintecna, limitatamente alla predetta annualità e ai limiti previsti dalle norme vigenti.

I sindaci collegati hanno poi richiesto, tra l’altro, informazioni di dettaglio sulla stabilizzazione del personale, così come sulla sterilizzazione della spending review rispetto alla spesa corrente, fisiologicamente più alta nei Comuni in fase di ricostruzione.

Il Commissario Castelli ha assicurato una ricognizione su tutti i temi, con tutti i Ministeri competenti, dalla Funzione pubblica agli Interni. Per quanto riguarda l’estensione della ZES/Sud a Marche e Umbria il Commissario ha annunciato che non appena ci sarà la pubblicazione della norma sulla Gazzetta Ufficiale, i sindaci saranno coinvolti in adeguati momenti informativi e formativi, per poter utilizzare al meglio le opportunità rivolte alle imprese interessate a cospicui investimenti nel territorio. Il provvedimento non sarà trasferibile – almeno in questo momento – a regioni, come il Lazio, dove il reddito medio pro capite non è inferiore alla media europea (che è il criterio applicato per l’estensione della norma alle regioni meridionali o in transizione). Tuttavia, per i 15 Comuni del Reatino, nell’area del cratere si stanno verificando tutte le iniziative utili a derogare questi vincoli. Castelli ha fatto riferimento all’ordine del giorno firmato dall’onorevole Paolo Trancassini, questore della Camera dei deputati, che impegna l’Esecutivo a valutare l’opportunità di procedere a un ulteriore allargamento della ZES ai territori delle cinque province del Lazio o, comunque, ad adottare quanto prima misure di sostegno agli investimenti e di semplificazione per i territori delle province del Lazio, così da evitare lo svantaggio competitivo derivante a questi territori dalla contiguità o vicinanza con quelli che beneficiano delle agevolazioni della ZES unica, nelle Marche e nell’Umbria. L’attenzione dell’onorevole Trancassini ai Comuni del Lazio, in particolare quelli colpiti dal sisma, è condivisa dal Commissario Castelli, che verificherà ogni opportunità per dare soddisfazione a questa comprensibile esigenza: “Dobbiamo lavorare affinché il cratere laziale possa essere destinatario delle medesime opportunità rivolte a Marche e Umbria – ha aggiunto Castelli – la Zes è uno strumento concreto per dare linfa alla voglia di ripartenza che anima l’Appennino centrale”.

Avvio del cantiere per il complesso monastico di Santa Caterina, edificio simbolo di Monte San Martino e casa delle Monache Benedettine

Una storia che attraversa un millennio quella del Monastero delle Monache Benedettine di Santa Caterina a Monte San Martino, l’edificio più antico del paese, reso inagibile dalle scosse del 2016. Da allora le quindici religiose vivono in spazi angusti, in una piccola dependance accanto al complesso storico. Dopo anni di attesa e una progettazione complessa e innovativa, i lavori possono finalmente partire. Con una cerimonia raccolta E sentita è stata benedetta la prima pietra, alla presenza del Commissario alla Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli, delle suore, dei tecnici, dei progettisti e dell’impresa esecutrice.

L’edificio, risalente all’anno 1000, è tutelato dalla Soprintendenza con Decreto n. 9651 del 30 dicembre 1974. L’intervento, finanziato con Decreto n. 5703 del 17 settembre 2025 per un importo di circa 10 milioni di euro, riguarda una superficie lorda di 4.000 metri quadrati articolata in sette corpi di fabbrica, tra cui la chiesa di Santa Caterina. Il programma prevede restauro conservativo e miglioramento sismico del complesso, caratterizzato da murature, solai e coperture molto eterogenei.

Prima della progettazione è stato condotto uno studio tecnico-scientifico approfondito in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche. L’installazione di accelerometri e velocimetri ha consentito un monitoraggio dinamico completo dell’edificio, utile a calibrare il modello strutturale e impostare interventi mirati, evitando opere superflue e ottimizzando le risorse. A lavori conclusi è previsto un sistema permanente di monitoraggio sismico, per verificare nel tempo le prestazioni delle opere e il comportamento strutturale del complesso, che tornerà a essere vissuto quotidianamente dalla comunità monastica.

Il progetto prevede consolidamenti mirati: rinforzo delle murature (intonaco armato, iniezioni, catene, scuci-cuci), consolidamento o rifacimento di solai e volte, interventi sulle coperture, opere edilizie e restauri delle finiture. Ogni intervento è stato definito sulla base del comportamento reale dell’edificio, ricostruito grazie allo studio preliminare.

“Restaurare un luogo che non è solo patrimonio storico ma anche casa di una comunità viva impone rigore e responsabilità,” afferma il Commissario al Sisma 2016 Guido Castelli. “Questo intervento unisce tutela, sicurezza e continuità di vita. Lo facciamo con un metodo scientifico: studio preliminare, modellazione accurata e monitoraggio continuo. È la strada giusta per proteggere il nostro patrimonio e dare certezze alle persone che lo abitano, come le monache che da sempre contribuiscono alla vita spirituale e sociale della comunità. Sono felice che presto potranno tornare nella loro casa, più sicura, e che Monte San Martino potrà riavere un pezzo della sua storia”.

Suor Maria Stefania Costarelli, Madre Badessa racconta: “Sono stati anni duri. Non abbiamo mai fatto venir meno la preghiera e la nostra vocazione, restando fedeli al carisma benedettino. Gli spazi stretti limitano il movimento, soprattutto per le sorelle più anziane. Ora abbiamo la speranza concreta di tornare nella nostra casa, quella che ci ha accolte quando abbiamo scelto la vita monastica. Potremo riprendere pienamente il nostro ‘prega, lavora, accogli’ e avremo posto anche per nove giovani che vorranno  seguire la fede”.

Le monache, nonostante tutto, non si sono mai fermate: lavorano nei campi, realizzano paramenti sacri, ricami, marmellate, liquori e piccoli manufatti, contribuendo dall’interno del monastero alla vita comunitaria.  E torneranno ad accogliere chi vorrà con loro vivere l’esperienza di vita monastica nella foresteria, una volta riaperto il complesso.

“È l’edificio storico più antico del nostro paese,” osserva il sindaco di Monte San Martino, Matteo Pompei. “Attorno al monastero è nato il centro storico. Le suore lo tengono vivo da mille anni e sono parte integrante della comunità. Dopo nove anni di attesa la ricostruzione parte davvero. È un nuovo inizio per un edificio complesso, che richiedeva tempo, studi e soluzioni adeguate. Grazie al Commissario Castelli e alla sua Struttura”.

Per Mons. Rocco Pennacchio, vescovo dell’Arcidiocesi di Fermo: “Il monastero è un elemento identitario per il paese, con un valore importante dal punto di vista civile e religioso. È una notizia di rinascita di un piccolo comune che custodisce storia e arte, tra cui il Polittico di Crivelli. Inoltre è un complesso vivo e vissuto: per la nostra diocesi rappresenta un riferimento importante. Ringrazio la Struttura Commissariale per l’impegno”.

Demetrio Catalini, economo diocesano, ricorda il quadro più ampio: “Nella diocesi abbiamo sette monasteri di clausura, quattro dei quali danneggiati dal sisma. A Montegiorgio e Monte San Giusto i lavori sono in corso, uno è stato riaperto ad Amandola. Questo di Monte San Martino è il più impegnativo per dimensioni e valore. È un momento felice: finalmente rivediamo la luce”.