Cessapalombo, via libera al progetto di fattibilità per la ricostruzione della frazione Monastero

La Conferenza regionale ha espresso parere favorevole sul progetto di fattibilità tecnico-economica relativo al Piano Attuativo di Ricostruzione della frazione Monastero (stralcio 1), nel comune di Cessapalombo (Mc).

L’intervento, inserito nell’elenco dell’Ordinanza commissariale numero 137 del 2023 e finanziato con un importo di 700.000 euro, rappresenta il primo passo per la riqualificazione del nucleo storico gravemente danneggiato dal sisma del 2016.

“Con la determinazione di conclusione positiva della Conferenza regionale, il progetto entra ora nella fase successiva: la redazione del progetto esecutivo, che dovrà recepire tutte le prescrizioni impartite – spiega il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli -. Si tratta di un intervento strategico per la rinascita di Monastero, che punta a coniugare sicurezza, funzionalità e tutela del paesaggio, restituendo al borgo la sua identità storica e la piena fruibilità. Ringrazio il lavoro congiunto di Comune, Ufficio Speciale Ricostruzione e della Regione guidata dal presidente Acquaroli”.

“L’intento è  quello di far rinascere in pieno la Frazione di Monastero soprattutto da un punto di vista turistico dal momento che si trova all’interno del Parco dei Monti ed è a pochi chilometri da Fiastra ed è attraversata dal cammino Francescano della Marca” ha aggiunto il sindaco Giuseppina Feliciotti.

Il progetto prevede il rifacimento delle pavimentazioni interne al borgo, il ripristino dei sottoservizi e la realizzazione di opere di contenimento nella parte a valle dell’abitato, con l’obiettivo di restituire funzionalità e sicurezza alle infrastrutture urbane.

Tra gli interventi principali figurano la demolizione e ricostruzione del pacchetto stradale, la posa di nuove reti per fibra, telefonia, gas, acqua, energia elettrica e la predisposizione per la pubblica illuminazione, oltre alla costruzione di un muro di contenimento in cemento armato e di due piste di cantiere per garantire l’accesso in sicurezza alle aree più impervie.

Isc Cupra Marittima, 2 milioni per i lavori nel “Corpo A”

In base all’Ordinanza Speciale n. 31 del 31 dicembre 2021 “Programma Straordinario di Ricostruzione e definizione delle modalità di attuazione degli interventi finalizzati al recupero delle strutture scolastiche dei Comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria sono stati assegnati 2.310.000,00 euro del fondo di accantonamento per le Ordinanze Speciali in favore degli interventi nel “Corpo A” dell’Isc di Cupra Marittima, in provincia di Ascoli Piceno.  8.560.000,00 euro è il totale previsto complessivo.

Soddisfazione espressa dal commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli: “Gli interventi in tutte le scuole del cratere sono il segno evidente che bisogna dare nei confronti delle nuove generazioni. Cupra Marittima non fa parte del cratere ma anche per gli studenti di questo Isc potranno beneficiare di una scuola sicura ed efficiente. Ringrazio il presidente della Regione Francesco Acquaroli, l’ufficio ricostruzione e il sindaco Alessio Piersimoni per la loro essenziale collaborazione”.

“E’ un passo fondamentale che chiude un iter iniziato nel 2019 quando progettammo l’intervento nella scuola e cercare i fondi. Ringrazio il commissario Castelli perché mette fine ad una procedura e ci riconosce una somma complessiva che ci consente di poter avviare la fase per il contratto con la ditta che si occuperà dei lavori. E’ un momento atteso da tutta la comunità perché possiamo dare il via alla fase esecutiva dei lavori” dichiara il sindaco Alessio Piersimoni.

Approvate le opere di riparazione e rafforzamento locale della chiesa di San Donato a Cortino

La conferenza permanente ha approvato le opere di riparazione e rafforzamento locale della chiesa di San Donato a Cortino, in provincia di Teramo. La chiesa è ubicata in corrispondenza dell’incrocio tra la Strada Provinciale 47 bis ed il bivio per Rocca Santa Maria, circondata da zone agricole e aree boschive. L’edificio si compone di un unico corpo edilizio a pianta rettangolare delle dimensioni di circa 12 metri per 6. La struttura portante in elevazione è costituita da muratura a sacco di spessore variabile fra i 60 e gli 80 centimetri, con paramento in pietra arenaria locale, a blocchi irregolarmente squadrati di varie dimensioni a corsi regolari su gran parte della superficie.

È prevista l ‘eliminazione dei presidi di sicurezza realizzati allo scopo di mettere in sicurezza il manufatto, interventi di scuci e cuci per riparare le lesioni della muratura in elevazione, mentre la muratura in pietrame di elevazione verrà scarnificata dalla impropria stuccatura a cemento realizzata nella precedente ristrutturazione e stuccata nuovamente con malta di calce. Ci saranno interventi di scuci e cuci in corrispondenza campanile a vela con mattoni più consoni e antigelivi e lo smontaggio del manto della copertura e sottostante media e grossa orditura, propedeutico alla demolizione del cordolo in cemento armato risalente alla precedente ristrutturazione, al fine di sostituirlo con un cordolo in traliccio in acciaio ancorato alla muratura. Il costo dell’intervento è di 228.000,00 euro.

“Ringrazio il presidente della Regione Marco Marsilio, il Vescovo Lorenzo Leuzzi, l’ufficio ricostruzione e il sindaco Marco Tiberii per la loro collaborazione. Insieme stiamo lavorando senza sosta per restituire questi splendidi elementi della nostra tradizione ai fedeli e a tutti i cittadini” ha dichiarato il commissario alla ricostruzione sisma Guido Castelli.

Arquata del Tronto: inaugurata la nuova caserma dei Carabinieri

Ad Arquata del Tronto, nella frazione Borgo, è stata inaugurata la nuova caserma dei Carabinieri e dei Carabinieri Forestali, un’opera strategica per la sicurezza e la rinascita del territorio colpito dal sisma del 2016. L’intervento, inserito tra quelli di “importanza essenziale”, ha previsto la demolizione della vecchia struttura lesionata e la ricostruzione ex novo, per un importo complessivo di 3,1 milioni di euro a favore dell’Agenzia del Demanio, soggetto attuatore. La caserma è intitolata ad Aldo Pala, arquatano e Brigadiere dei Carabinieri, medaglia d’oro al valor militare.

All’inaugurazione erano presenti il Comandante Interregionale Carabinieri “Podgora”, Generale di Corpo d’Armata Aldo Iacobelli, il Comandante della Legione Carabinieri Marche, Generale Nicola Conforti, il Prefetto di Ascoli Sante Copponi, il Comandante provinciale Domenico Barone, il Comandante dei Carabinieri Forestali Marche Mauro Macino, il  Comandante del reparto Carabinieri “Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga,” Ten.Col Sonia Placidi, il Commissario alla ricostruzione Guido Castelli, l’assessore regionale Francesca Pantaloni,  il responsabile dell’Agenzia del Demanio Marche Pierpaolo Russo, i consiglieri regionali Andrea Cardilli ed Enrico Piergallini, il sindaco Michele Franchi e il consigliere provinciale con delega alla viabilità Daniele Tonelli.

«Questa caserma – ha dichiarato il commissario Castelli – è il frutto di un lavoro che rappresenta un pilastro per la rinascita del cratere sismico. Fornire strutture sicure ed efficienti agli uomini e alle donne dell’Arma è una priorità per il futuro delle nostre comunità. E’ un risultato conseguito con tanta fatica, ma anche con tanta determinazione condivisa con tutti, perché questo è un vero lavoro di squadra ».

Il Comandante Interregionale Carabinieri Aldo Iacobelli aggiunge che « La caserma non è semplicemente un luogo di lavoro, ma è un ambiente familiare dove si fondono le singole individualità del Comandante e dei suoi carabinieri con un unico obiettivo adempiere al giuramento fatto. Gli arquatani sono i destinatari di quell’attenzione che i Carabinieri dedicano a questa comunità da più di 160 anni, ovvero l’anno dell’istituzione del comando stazione dei Carabinieri in questa realtà».

Il sindaco Michele Franchi evidenzia che «Per noi è importante avere un presidio perché come si dice sempre quanto succede qualcosa ad Arquata, come in montagna, ci si rivolge al Sindaco, al parroco e al comandante della stazione dei Carabinieri. È una struttura davvero all’avanguardia, ciò significa che qui si  vuole credere in questo territorio».

Il nuovo edificio si sviluppa su due piani fuori terra e un piano seminterrato, con una superficie catastale di circa 708 metri quadrati. La progettazione ha seguito criteri di sostenibilità e sicurezza: la caserma è NZEB (Nearly Zero Energy Building), conforme ai Criteri Ambientali Minimi, e dotata di impianto fotovoltaico per ridurre i consumi energetici.

Gli spazi sono stati pensati per garantire autonomia ai due reparti: uffici, armerie, magazzini e cantine sono distribuiti in modo indipendente, mentre le aree comuni favoriscono la funzionalità operativa. Il piano seminterrato ospita locali tecnici, armerie e box auto; il piano terra è dedicato agli uffici e agli spazi di accoglienza, con ingressi separati per il personale e il pubblico; il primo piano comprende gli alloggi e le camerate per il personale di servizio.

Particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza: porte e finestre del piano terra sono antisfondamento, antieffrazione e antiproiettile, mentre gli accessi sono controllati da sistemi di videosorveglianza. All’esterno, oltre alla viabilità interna e alla rampa carrabile, è prevista la piantumazione di nuove alberature per armonizzare l’opera con il contesto paesaggistico.

Il cronoprogramma ha fissato in 300 giorni la durata dei lavori, preceduti da rilievi ad alta precisione con Laser Scanner 3D e droni, per garantire accuratezza progettuale e sicurezza in fase esecutiva.

Legalità, sicurezza, innovazione. Castelli: “La rivoluzione del badge di cantiere parte dalla ricostruzione”

Questa mattina si è svolta una riunione operativa con la Commissione Nazionale paritetica per le Casse Edili (CNCE) e con le Casse Edili ed Edilcasse territoriali attive nelle aree della ricostruzione post-sisma 2016, finalizzata a fare il punto sullo sviluppo del sistema “badge di cantiere”. Lo strumento previsto nel DL 189/2016 è stato disciplinato dall’Ordinanza n. 216/2024 che definisce gli obblighi relativi all’adozione del badge digitale nei cantieri della ricostruzione, con l’obiettivo di rafforzare trasparenza, legalità e sicurezza. Tra pochi giorni prenderanno avvio i test della sezione CNCE per il rilascio del badge integrato con la piattaforma GE.DI.SI., passaggio essenziale per la piena operatività del sistema.

«Stiamo per avviare i test della sezione CNCE per il rilascio del badge alle maestranze attive nei cantieri sisma 2016, integrato con la piattaforma GE.DI.SI.: un vero laboratorio di innovazione e semplificazione che ha anticipato le disposizioni del recente decreto-legge sulla sicurezza, dimostrando come tecnologia e trasparenza possano rafforzare la lotta alla criminalità e la tutela dei lavoratori» ha dichiarato il Commissario Castelli. Il badge, dotato di NFC e Qrcode, sarà rilasciato dalle casse edili/edilcasse a tutti gli operatori del cantiere, edili e non edili, tramite il sistema sviluppato da CNCE. Grazie all’integrazione con GE.DI.SI., tutte le imprese verranno verificate se presenti sull’Anagrafe antimafia degli esecutori prevista dall’art. 30 del DL 189/2016. Le timbrature, rilevate in ingresso al cantiere tramite applicazione mobile, saranno raccolte e perfezioneranno il settimanale di cantiere digitale.

Castelli ha poi ricordato che «Così il badge di cantiere previsto dal Decreto-legge 189/2016 trova concreta attuazione nella ricostruzione post-sisma 2016 e completa le misure già in vigore in materia di legalità e trasparenza. Ringrazio il Ministro Calderone per il percorso avviato insieme, dal protocollo firmato in settembre 2024, che ci porta oggi a un’importante innovazione di sistema, costruita insieme alle parti datoriali e sindacali, all’INAIL, ai consulenti del lavoro e all’ANAC. Un ringraziamento anche al Prefetto Paolo Canaparo, capo della Struttura di Missione, dove una fattiva collaborazione e sinergia ha portato ad un’innovazione di sistema, fatto di persone skillate e di piattaforme integrate, dove l’elaborazione del dato supporta il pregiato lavoro degli organi di controllo».

Il Commissario ha inoltre evidenziato il ruolo centrale della formazione: «Oltre all’innovazione tecnologica e di processo, poniamo massima attenzione ai percorsi formativi. Stiamo definendo iniziative mirate per avvicinare al settore della ricostruzione a giovani e donne, con l’obiettivo di favorire l’inclusione e rendere l’innovazione sempre più presente nei cantieri. Manteniamo lo sguardo orientato alla sicurezza, alla lotta alla criminalità e alla semplificazione per tutti coloro che operano in uno dei cantieri più grandi d’Europa».

Il sistema del badge di cantiere integrato con il settimanale di cantiere sarà gestito dalla Struttura commissariale tramite la sezione “Monitoraggio Cantieri” della piattaforma GE.DI.SI., che, integrando il sistema sviluppato dalle casse edili/edilcasse per mezzo della CNCE, consentirà la registrazione giornaliera delle presenze di personale. I dati alimenteranno anche il “settimanale di cantiere”, strumento essenziale per garantire il rispetto delle norme contrattuali e di sicurezza.

Il Commissario ha infine ricordato che il recente Decreto-legge in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ha esteso su scala nazionale l’obbligo di badge elettronico per imprese e lavoratori in appalto e subappalto, confermando il ruolo pionieristico del sistema delineato per la ricostruzione post-sisma.

Castelli: “Grazie al Ministro Giuli restituiremo la chiesa di San Francesco a Penna San Giovanni “

“Grazie all’intervento del Ministero della Cultura, la Chiesa di San Francesco a Penna San Giovanni (Macerata) potrà rinascere e tornare ad accogliere i fedeli. Questo edificio di culto, infatti, rientra tra quelli che, grazie al finanziamento assegnato dal Mic attraverso uno specifico fondo del Pnrr, sono stati selezionati per la realizzazione di interventi di adeguamento e messa in sicurezza sismica. La Chiesa di San Francesco che, per i lavori usufruirà di un finanziamento di 360 mila euro, è un edificio di particolare pregio. Realizzata alla fine del XV secolo per i frati francescani e rimodernata in forme barocche nel ‘700, al suo interno conserva le reliquie del Beato Giovanni da Penna, compagno di San Francesco, ricordato dal Poverello di Assisi nei celebri ‘Fioretti’’. Ringrazio il Ministro Giuli per questa nuova iniziativa, che conferma il suo impegno nei confronti dei territori dell’Appennino centrale e per la tutela del nostro incomparabile patrimonio storico, artistico e religioso. Le chiese non sono solamente edifici adibiti al culto, ma luoghi dall’altro valore culturale, spirituale e simbolico, che contribuiscono in misura rilevante a definire l’identità e le tradizioni dei nostri borghi. Restituirli alle nostre comunità equivale a tutti gli effetti a un’opera di riparazione sociale”.

Al parlamento europeo nuovo successo della “maggioranza Giorgia” sull’ambiente. Castelli: “La maggioranza difende in Europa gli interessi dell’Italia e del nostro Appennino centrale”

Dopo il voto sulle semplificazioni per la condizionalità ambientale per gli agricoltori, oggi al Parlamento Europeo la “maggioranza Giorgia” (popolari e conservatori) ottiene un altro significativo risultato con la semplificazione e il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo regolamento per l’importazione del legno. “Si tratta di una vittoria per l’Italia  e per le nostre imprese dell’arredo e delle cucine che sarebbero state particolarmente penalizzate  – dichiara Guido Castelli Commissario alla ricostruzione sisma 2016 – l’Italia è leader mondiale nell’arredo legno, anche grazie a realtà di valore che operano nel cratere, ma dipende in gran parte dall’importazione del legno dall’estero, l’applicazione immediata del regolamento europeo avrebbe creato danni enormi nella produzione con ricadute negative per tutto il territorio”. “Grazie all’On. Fidanza e a tutta la delegazione parlamentare della maggioranza al Parlamento Europeo – prosegue Castelli – ora possiamo guardare con rinnovata fiducia a un’Europa meno ideologica sull’ambiente e più vicina alla realtà dei territori. Come Struttura commissariale abbiamo attivato filiere che mirano a dare valore aggiunto al patrimonio forestale dell’Appennino centrale attualmente in gran parte in abbandono, che oggi rappresenta un rischio, e abbiamo previsto un bonus del 10% per chi ricostruisce con strutture portanti in legno”. “Prevediamo che nel prossimo futuro – conclude Castelli – le nostre aziende dell’arredo e delle costruzioni possano utilizzare legno locale per sostenere un’economia realmente sostenibile, attenta alle esigenze e alle caratteristiche del nostro Appennino centrale”.

Approvato il progetto esecutivo per il Sacrario dei Caduti – Museo delle Armi di Urbisaglia

L’Ufficio Speciale Ricostruzione ha approvato il progetto esecutivo per la ristrutturazione, il miglioramento sismico e la riqualificazione del Sacrario dei Caduti – Museo delle Armi di Urbisaglia (Mc), un intervento che segna un passo importante nel recupero del patrimonio storico danneggiato dal sisma del 2016. Il finanziamento complessivo ammonta a 160.000 euro.

“Con questo intervento, Urbisaglia si prepara a restituire alla comunità un luogo simbolo della memoria e della storia, rafforzato nella sua sicurezza e valorizzato nella sua identità – conferma il commissario alla ricostruzione Guido Castelli -. Si tratta di un ulteriore passo avanti che conferma il lavoro che stiamo portando avanti a 360 gradi con tutte le componenti coinvolte, dal Comune all’Usr fino alla Regione Marche guidata dal presidente Francesco Acquaroli”

Dice il sindaco di Urbisaglia Riccardo Natalini: “Ringrazio il Commissario Straordinario Guido Castelli per il costante sostegno, gli uffici dell’Usr fino alla Regione. Questo monumento sarà dunque un museo e il nostro impegno per onorare questo luogo e i suoi valori sarà totale. Ma onorare il sacrificio esige la massima dignità in ogni dettaglio. Per questo, con tenacia, abbiamo compiuto un atto di volontà cruciale: siamo andati oltre il dovuto, intercettando e blindando anche le risorse per la cura del verde e l’arredo urbano, elementi che non potevano restare ai margini. Non si tratta di una semplice spesa accessoria; è un investimento nell’anima del luogo. Il parco che cinge il Sacrario sarà interamente rigenerato, trasformandosi da semplice spazio aperto a un vero e proprio Giardino della Memoria. Risanare questo parco è risanare la nostra gratitudine, offrendo un palcoscenico degno dei Caduti, della loro eterna testimonianza.”

Il Sacrario, ospitato nell’ex Chiesa di San Biagio, è un luogo di memoria che custodisce armi, uniformi e reperti bellici, testimonianza delle vicende militari e del sacrificio dei caduti urbisagliesi. La struttura settecentesca, collocata appena fuori le mura storiche, ha riportato lesioni significative su facciata, pareti laterali e arco trionfale, pur mantenendo integre le fondazioni.

Il progetto è stato concepito per restituire stabilità e sicurezza all’edificio senza alterarne il carattere originario.

Gli interventi previsti mirano a riparare i danni e a ridurre le vulnerabilità strutturali attraverso tecniche tradizionali e soluzioni ingegneristiche avanzate. Si interverrà sulle murature lesionate con operazioni di scuci-cuci e sarciture, si inseriranno catene in ferro e cuciture a secco per contrastare il ribaltamento delle pareti, mentre l’arco trionfale e la vela saranno rinforzati con placcaggi in tessuto d’acciaio galvanizzato.

Particolare attenzione sarà dedicata alla volta dell’abside, che verrà consolidata e restaurata anche nella parte decorativa, riportando alla luce l’affresco con il cielo stellato. Sono previsti inoltre interventi non strutturali per la sicurezza della copertura e il ripristino delle finiture, sempre nel rispetto dell’aspetto storico e dei materiali originari.

“Restanza” e neo-popolamento, la ricostruzione demografica dell’Appennino centrale

Non solo ricostruzione, ma anche politiche e azioni volte a contrastare lo spopolamento e a incentivare il neo-popolamento dei territori colpiti dal sisma 2016-2017. È questo il fine ultimo della strategia che ha dato vita al Laboratorio Appennino centrale. Un modello che, in questa vasta area compresa tra quattro regioni (Abruzzo, lazio, Marche, Umbria) prevede la sperimentazione di buone pratiche volte al rilancio e allo sviluppo sostenibile delle aree interne.

 

È di questi temi che si è parlato oggi al Senato, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, in occasione

del convegno “La Ricostruzione Demografica – L’Appennino centrale tra spopolamento e rilancio post sisma”, promosso dal Commissario Straordinario al sisma 2016, il Senatore Guido Castelli, che ha visto le conclusioni del Ministro per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella.

 

Un’occasione di alto profilo istituzionale e scientifico per analizzare fenomeni, dinamiche e prospettive legate al futuro dei territori dell’Appennino centrale, ancora segnati dalle ferite del terremoto, ma determinati a trasformare la ricostruzione materiale in una concreta rinascita sociale e demografica. Il confronto ha visto la partecipazione di Lorenzo Bellicini, Direttore Generale Cresme; Pierciro Galeone, Direttore IFEL; Cristina Freguja, Direttrice del Dipartimento statistiche sociali e demografiche di ISTAT; Fabio Renzi, Segretario Generale di Symbola; il poeta Davide Rondoni, Presidente del Comitato nazionale per l’ottavo centenario della morte di San Francesco; Padre Francesco Piloni, Ministro provinciale dell’Ordine dei Frati Minori di Umbria e Sardegna.

 

Il Ministro Eugenia Roccella ha dichiarato: “Le aree interne dell’Appennino non solo solo terreno di ricostruzione fisica, ma anche “un laboratorio di ricostruzione immateriale e di rilancio demografico. Dalla lotta allo spopolamento dipende il futuro delle società ma anche della cultura, dell’ambiente, delle costruzioni, delle tradizioni che il centro Italia custodisce come uno scrigno. Lavorare per lo sviluppo di queste terre, come stiamo facendo, non è certo una battaglia passatista ma anzi significa conservare ciò che del passato vogliamo portare nel futuro e declinarlo in modo nuovo, per dare ai giovani una speranza e preservare una essenziale vitalità”.

 

Il Commissario Guido Castelli ha dichiarato: “Oggi non abbiamo parlato solo di ricostruzione – ha dichiarato il Commissario Guido Castelli – ma, anche e soprattutto, del domani delle nostre comunità. La sfida più grande che si pone di fronte a noi è quella di contrastare lo spopolamento e favorire la ‘restanza’ e la ‘tornanza’, perché la rinascita di queste terre bellissime necessita di persone che abbiano la possibilità e la libertà di scegliere se andare altrove, o di vivere, studiare, crescere, lavorare nelle loro comunità di origine. La strategia che stiamo adottando – grazie alla collaborazione e al supporto del Governo, delle Regioni e dei Comuni – per garantire tale opportunità si basa su tre pilastri: potenziamento dei servizi, infrastrutture e collegamenti efficienti, digitalizzazione. Nel ringraziare il Ministro Roccella per il suo impegno in questa battaglia che ci accomuna, concludo ricordando che un territorio è attrattivo quando assicura qualità della vita, connessioni, opportunità. È questo il crocevia del nostro futuro”.

 

All’incontro ha preso parte anche una folta delegazione di sindaci del cratere sisma. In quei territori i primi cittadini sono in prima linea delle sfide quotidiane legate ai servizi, alla tenuta sociale e alla necessità di nuove opportunità. Dal convegno è emerso con chiarezza che la ricostruzione post-sisma dell’Appennino centrale non è solo il più grande cantiere d’Europa, ma un progetto culturale e umano: una visione che punta a ridare vitalità ai borghi, trasformando il dramma del sisma in occasione di rilancio. Le comunità del cratere hanno dimostrato, ancora una volta, che la rinascita passa dalle persone e dalla capacità collettiva di credere nel proprio territorio.

 

Genga, approvato l’intervento di riparazione danni e rafforzamento locale della chiesa di San Lorenzo

Via libera, da parte della conferenza permanente, all’ intervento di riparazione danni e rafforzamento locale della chiesa di San Lorenzo a Genga, in provincia di Ancona. Presumibilmente realizzata tra il 1400 e il 1700, dopo gli eventi sismici che colpirono la zona nel 1997, la chiesa fu parzialmente restaurata nel primo decennio del secolo XXI

Tra gli interventi previsti ci sono il rinforzo della volta in camorcanna dell’aula, previo puntellamento e verifica dello stato di conservazione, con sigillatura delle lesioni ed eventuale consolidamento dell’intonaco, la revisione e riparazione del manto di copertura in coppi con locale sostituzione di elementi, integrazione muraria con scuci-cuci in caso di lesioni passanti, la rigenerazione delle murature con iniezioni di miscele non cementizie a stabilità volumetrica e l’ inserimento di imperniature armate verticali sul campanile in barre d’acciaio. L’importo totale dei lavori è di 229.264,69 euro.

“Abbiamo, già da tempo, impresso un cambio di passo che si evidenzia anche nell’approvazione di questi importanti lavori. E’ un lavoro costante che passa anche attraverso la riapertura dei nostri beni di edilizia religiosa- spiega il commissario alla ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli – Voglio ringraziare il presidente della Regione Francesco Acquaroli, l’Arcivescovo Francesco Massara, l’ufficio ricostruzione Marche  e il sindaco Marco Filipponi per la loro collaborazione”.

“L’intervento su questo capolavoro di fede e di arte porterà ad una valorizzazione ancor maggiore del bellissimo territorio di Genga che con le sue grotte e il Tempio del Valadier rappresentano una delle maggiori attrattive di tutte le Marche. Un grazie al commissario Castelli ,all’Usr e alla Soprintendenza per aver reso possibile questo percorso di restituzione all’intera comunità” ha aggiunto l’Arcivescovo Francesco Massara.